Valentino Rossi, il biscotto non ci piace
09 novembre 2015, ore 10:15 , agg. alle 11:07
Il campione senza speranza stretto nella morsa degli spagnoli. Titolo a Lorenzo e Marquez lo scorta...
Qui, non si tratta di fare il tifo per Valentino Rossi. Non ne ha bisogno e dovremmo metterci in coda. Per fortuna sua e di un Paese intero, che sportivamente gli deve tantissimo.
Qui, non si tratta di fare il tifo contro Lorenzo e Marquez. Atteggiamento sfigato, che abbiamo più volte stigmatizzato nel calcio.
Qui, si tratta di raccontare una piccola, grande storia: quella dello sport e dei suoi Campioni. Come le stelle del Cinema, i fuoriclasse accompagnano le fasi della nostra vita, spesso senza che neppure ci sia il tempo di accorgersene. Quante volte, è cambiato il colore di una domenica o di un semplice quarto d'ora, grazie a un'impresa sportiva, capace di rivoluzionare - anche solo per un attimo - la nostra routine...e sempre in qui momenti c'è un volto e un nome ad accompagnarci.
Non faremo torto a nessuno, stilando ora difficilissimi elenchi e correndo il rischio di dimenticare qualcuno. Proprio oggi, il giorno dopo il fattaccio di Valencia, vogliamo fare un'eccezione per Valentino Rossi.
Simbolo stesso della Moto, nell'era moderna. Campione per eccellenza, nella fase di transizione del Mondiale, da movimento per appassionati a evento globale, Valentino è stato fenomeno sin da bambino e lo è ancora, da uomo. Non sarà un Mondiale in più o in meno a scalfire un'immagine. Un'icona.
C'è chi, invece, per un Mondiale non suo si è giocato una verginità e una faccia. Le conseguenze non sono tanto quelle di oggi - i biscotti si digeriscono e si dimenticano - sono quelle di domani. Marquez dovrebbe studiare un po' di Storia, quello dello Sport, di cui dicevamo. Puoi essere Campione e essere dimenticato, con la velocità con cui si scorre un Albo d'Oro. Puoi vincere un titolo in meno e far parte dell'immaginario collettivo di un Paese.
Puoi far collezione di Trofei e non vincere mai, fino in fondo. Puoi mettere insieme 6 vittorie in tutto e essere un mito senza confini. Chiedete di Gilles.
Marc ha tanto tempo davanti (Lorenzo un po' meno, ma lui è già uomo. E' così, stop). Lo sfrutti, per decidere se tendere una mano. Non si tratta di pentirsi, ma di capire. Di conoscere la Storia di chi è venuto prima di te.
Perché non sono le parrucche e le scenette di 15 ani fa, che ricorderemo fra 30 di Valentino Rossi, ma le emozioni. Quelle sono purissime e non puoi ingannarle con un biscotto.
Questioni di scelte. Questioni di cuore.