09 novembre 2020, ore 17:59
Il calcio è alle prese con il caos tamponi. Due i fronti caldi: quello che riguarda le procedure seguite dalla Lazio e quello sulle differenti decisioni delle Asl per i giocatori convocati dalle Nazionali
Il caso Lazio
Giustizia sportiva e giustizia ordinaria indagano sulle strane procedure seguite dalla Lazio. Il club biancoceleste, dall’inizio dell’emergenza Covid, fa riferimento a un laboratorio di analisi di Avellino, sul quale sono emersi dubbi riguardo alla veridicità dei risultati dei test effettuati. Questo perché alcuni giocatori, tra cui il bomber Ciro Immobile, sono risultati negativi ad Avellino e invece positivi ad altri controlli effettuati nella capitale e nei test dell’Uefa alla vigilia delle partite di Champions League. Il proprietario della Futura Diagnostica Walter Taccone è finito sotto inchiesta, la procura di Avellino contesta i reati di falso, truffa ed epidemia colposa. L’interessato oggi è andato al contrattacco con queste parole: “Alle brutte accuse rispondo in maniera molto semplice, a livello personale, non a nome di Futura Diagnostica. Nei nostri confronti c’è un accanimento della Procura di Avellino. Siamo un laboratorio serio. Questa storia fa male alla nostra reputazione, abbiamo sempre lavorato correttamente e con trasparenza. Noi diamo sempre risposte corrette in base ai risultati, quello che accade dopo non ci compete. Per il nostro laboratorio, Immobile, Strakosha e Leiva sono negativi per tutti i tre geni. Il presidente Lotito ha scelto di affidarsi a noi perché ci ha conosciuti tramite la Salernitana e si è trovato bene”. Un personaggio chiave di questa vicenda è il responsabile medico della Lazio, il dottor Ivo Pulcini. Questa mattina era atteso davanti alla Procura Federale per fornire la sua testimonianza su questa vicenda, ma non si è presentato. Pulcini avrebbe inviato un certificato con cui attestava l’impossibilità ad intervenire per problemi di salute. L’udienza è stata rinviata. Il responsabile medico della Lazio già una prima volta non si era presentato in Federcalcio, pare per una mail di convocazione vista in ritardo. La sensazione di poca limpidezza è molto diffusa, sicuramente la questione non è stata gestita in modo corretto ed adeguato. Non sappiamo se la Lazio abbia avuto un ruolo o se sia vittima di una situazione antipatica. In ogni caso sembra necessario fare chiarezza al più presto.
Paese che vai, Asl che trovi
Altra questione spinosa è quella che riguarda le ASL. Che sono sparse sul territorio, ogni squadra ne ha una di riferimento. Qual è il problema? Che non c’è una linea di comportamento univoca, davanti alla stessa situazione può capitare che le Aziende Sanitarie Locali prendano posizioni diverse. E’ persino banale sottolineare che la legge deve essere uguale per tutti. Si è discusso a lungo del caso Juventus-Napoli, con la squadra di Gattuso che non partì per Torino e che poi subì lo 0-3 a tavolino. Ora il nuovo fronte è quello delle convocazioni in Nazionale. Alcune ASL hanno stabilito che i calciatori di squadre dove ci sono positivi al Covid devono restare nella bolla, altre invece hanno autorizzato la trasferta verso i raduni delle Nazionali. Per ora sono bloccati i giocatori di Roma, Lazio e Genoa; via libera invece per quelli di Inter e Sassuolo. L’amministratore delegato della società nerazzurra Beppe Marotta ha urlato all’ingiustizia e ha invocato l’intervento del ministro Spadafora. La situazione è fluida, quel che è certo che a Coverciano si lavora a ranghi ridotti: anche il commissario tecnico Roberto Mancini è positivo al Covid e dirige i lavori da casa. Mercoledì per la sfida amichevole all’Estonia in panchina andrà il vice allenatore Chicco Evani. Tra domenica e mercoledì prossimi gli Azzurri giocheranno poi due sfide cruciali per la Nations League contro Polonia e Bosnia. E’ possibile che qualcuno si aggreghi all’ultimo minuto.