05 aprile 2020, ore 14:00
La serie A ipotizza di ripartire il 20 maggio. E comunque è quasi certo che per un po’ di tempo le partite si giocheranno a porte chiuse
La certezza è che non ci sono certezze. Al momento nessuno sa se, quando e come si ricomincerà a giocare. La priorità è la salute pubblica e la linea verrà dettata dalla comunità medico-scientifica. Ma il mondo del calcio giustamente inizia a ragionare su una serie di ipotesi, per non farsi trovare impreparato nel momento in cui ci fossero le condizioni per ripartire.
Scadenza da rispettare
Un paletto importante lo ha fissato il presidente dell’Uefa Ceferin: la data limite per concludere Champions ed Europa League è il 3 agosto. Nei giorni scorsi erano circolate ipotesi piuttosto fantasiose su un ulteriore prolungamento. Ma uno sforamento avrebbe un impatto anche sulla prossima stagione, che a sua volta non potrà essere allungata, visto che nell’estate 2021 sono già stati piazzati gli Europei già slittati di un anno. E ci saranno anche le Olimpiadi di Tokyo. Per chiudere in tempo l’Uefa è naturalmente disposta alla flessibilità: contrariamente al solito, ci potranno essere partite di coppa giocate in contemporanea con gare dei campionati nazionali. Il primo obiettivo dell’Uefa sarebbe far concludere Champions ed Europa League disputando tutti gli incontri come da programma originario, ma se ci fosse meno tempo a disposizione verrebbe presa in seria considerazione una formula con gare secche (quindi senza andata e ritorno). C’è anche l’ipotesi – al momento più remota – di disputare una final eight con partite concentrare in pochi giorni, tutte nella sede già prevista per le finali ( Istanbul per la Coppa dei Campioni e Danzica per l’Europa League).
Porte chiuse? Il male minore
Non concludere la stagione porterebbe un danno enorme per l’industria calcio, ma ora nessuno ( o quasi…) vuole prendere rischi. Sull’argomento Ceferin è stato molto chiaro: “L'unica decisione sbagliata sarebbe quella di giocare in un modo che metta in pericolo la salute di giocatori, tifosi, arbitri ... Il calcio è un settore serio, è importante per le persone, anche se i supereroi al momento sono i dottori e gli infermieri". Anche in caso di ripartenza, è difficile immaginare stadi pieni di tifosi; l’ipotesi di giocare a porte chiuse è molto concreta. Ma secondo il presidente dell’Uefa le partite senza pubblico sarebbero il male minore: “Piuttosto che fermare tutto, è meglio a porte chiuse e in televisione, il calcio è ciò che la gente vuole.”
La situazione italiana
Nella migliore delle ipotesi le squadre potranno tornare ad allenarsi a inizio maggio. Peraltro con tutta una serie di precauzioni, come lavorare in piccoli gruppi, non affollando contemporaneamente campi, palestre e spogliatoi. I club stanno pianificando il ritorno dei giocatori stranieri che hanno trascorso queste settimane nei loro paesi d’origine. Rientrati in Italia dovrebbero restare due settimane in isolamento, prima di potersi aggregare al gruppo. Sempre che la curva dei contagi scenda, mercoledì 20 maggio potrebbero essere giocati i recuperi della 25esima giornata (quattro partite tra cui Inter-Sampdoria) . Poi tour de force con partite ogni tre giorni, per disputare i 12 turni rimanenti e chiudere il campionato il 2 luglio. Poi spazio alle coppe europee. Ma ripetiamo: queste solo ipotesi (peraltro ottimistiche). Perché l’unica certezza è che non ci sono certezze.