Il comune di Milano mette all’asta tre tombe “firmate”: per prenderle ci vuole oltre un milione di euro

Il comune di Milano mette all’asta tre tombe “firmate”: per prenderle ci vuole oltre un milione di euro

Il comune di Milano mette all’asta tre tombe “firmate”: per prenderle ci vuole oltre un milione di euro


Il comune di Milano mette all’asta tre tombe “firmate”: per prenderle ci vuole oltre un milione di euro

Chissà cosa avrebbe detto il principe della risata Antonio De Curtis, in arte Totò, autore della poesia «’A livella», se si fosse imbattuto in questa notizia che da ore gira non solo per Milano ma in tutta Italia.

Il comune meneghino ha infatti messo all’asta tre tombe per un milione di euro: euro più, euro meno.

Qui in realtà parliamo di edicole, dal significativo impianto architettonico, che come riferito dal Comune andranno all’asta per la nuova assegnazione di proprietari e ospiti: la concessione avrà una durata di 99 anni, cosicché nel prossimo secolo qualcun altro dell’amministrazione lancerà un nuovo concorso pubblico per aggiudicarsi gli spazi, chissà.

Il Comune nel frattempo tiene a precisare che per concorrere all’assegnazione delle edicole bisogna essere maggiorenni e residenti a Milano dalla data della stessa domanda di partecipazione.

Comunque sia, per l’asta non c’è alcuna fretta: l’appuntamento è per il 24 settembre in via Larga 12.

Ci sono perciò tre mesi pieni per visitare, studiare, farsi due conti. Nel frattempo sappiate che il valore complessivo delle edicole è di un milione e duecentomila euro e che i progettisti delle strutture furono i noti ingegneri Giacomo Santamaria ed Enea Torelli, nonché l’ancor più noto architetto Luca Beltrami.

L’opera di Beltrami viene via, diciamo così, per 389mila euro, quella di Santamaria per 372mila e quella di Torelli per 477mila euro.

Certo, lo sappiamo che Milano è nota per i suoi prezzi fuori misura per la case, che sia per acquistarle o per prenderle in affitto, ma non ci si poteva certo immaginare che anche per una casa ultraterrena si raggiungessero livelli così estremi.

«'A morte 'o ssaje ched''e?...è una livella.» diceva il grande Totò, ma ormai, nel mondo di oggi, non lo sembra più neanche quella.



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