Il coronavirus mette in ginocchio il mondo, negli Stati Uniti si va verso la proroga del lockdown
Il coronavirus mette in ginocchio il mondo, negli Stati Uniti si va verso la proroga del lockdown
30 marzo 2020, ore 15:00
Il premier inglese, Boris Johnson, prepara i suoi cittadini al peggio, "che - fa sapere - deve ancora arrivare". Economia KO, la compagnia EasyJet mette a terra tutti i suoi aerei, il dramma è su scala globale
I numeri non sono tutto, in questa devastante tragedia globale. I numeri non devono mai farci dimenticare quanto dietro ogni cifra, percentuale, curva si celino storie umane, affetti, vite. Eppure, è ai numeri che dobbiamo necessariamente rifarci, per prendere coscienza del nemico con cui ci troviamo a combattere.
La durezza delle cifre
Secondo gli ultimi calcoli a disposizione, i morti provocati dalla pandemia di coronavirus nel mondo hanno superato quota 34.000. Il totale dei casi accertati è di 723.000. L’ultimo bilancio è stato pubblicato poche ore fa dalla prestigiosa università americana Johns Hopkins. Quasi 152.000 le persone finora guarite, mentre l’unico continente sinora risparmiato dai contagi è la remota Antartide. Negli Stati Uniti, dove fino a non tanti giorni fa il presidente Donald Trump minimizzava o identificava il coronavirus come ‘virus cinese’, si teme uno scenario da incubo, fino a duecentomila morti. Qualcosa di impensabile, insopportabile umanamente, ma anche politicamente. Nello Stato di New York, che è un po’ la Wuhan degli Usa, i morti avrebbero superato quota mille, secondo quanto riportato oggi dal New York Times. Per la precisione, 1026. La gran parte dei decessi sarebbe stata registrata negli ultimi giorni, circostanza che come l’andamento stesso dell’epidemia ha spinto Trump a un’inversione di 180°, con l’annuncio di una proroga del lockdown degli Stati Uniti fino al 30 aprile, dopo aver annunciato per giorni di voler riaprire il paese ‘subito’.
Il mondo si assomiglia
In America, dunque, si fanno i conti con la realtà, amara. Come nel Regno Unito, dove il premier, Boris Johnson si è spinto a scrivere alle famiglie, annunciando loro che ‘il peggio deve ancora arrivare’. Sembra preistoria, eppure BoJo favoleggiava di ‘immunità di gregge’ solo l’altro ieri. Del resto, il mondo sta facendo i conti con l’impensabile, seguendo un processo che noi in Italia abbiamo sperimentato per primi. Si parte con una quasi-rimozione, si passa alle prime misure, via via più severe e stringenti, gestendo l’opinione pubblica e accompagnandola psicologicamente fino alla chiusura totale. Ciascun paese con le proprie caratteristiche e i propri leader, certo, con qualche scarto in avanti o di lato, ma infine tutti diretti allo stesso punto di arrivo. Il lockdown. L’unica arma che sembriamo poter sfoderare, al momento, contro il nemico comune.
Ground Zero
L’impatto economico globale della pandemia, poi, è già sotto i nostri occhi, con interi settori mesi in ginocchio, azzerati in un tempo incredibilmente breve. Si pensi al trasporto aereo, da cui arriva questa mattina la notizia che EasyJet ha deciso di mettere a terra l’intera propria flotta. Gli indici che misurano il 'sentiment' economico dei paesi sono tutti a picco, l’ultimo diffuso questa mattina indica un tracollo nelle nazioni che adottano l’Euro, capitanate dall’Italia. Solo perché l’analisi era stata effettuata quando solo noi avevamo già proceduto alla chiusura totale. Ci seguono da vicino Francia e Spagna, non a caso i paesi che hanno ricalcato più fedelmente le nostre politiche di contenimento. Il dramma è globale, le risposte non potranno che essere globali, se vogliamo credere - come crediamo fermamente - di poter superare l’emergenza e affrontare, poi, quella che appare come una vera e propria ricostruzione.