Il datore di lavoro di Singh, indagato da cinque anni per caporalato

Il datore di lavoro di Singh, indagato da cinque anni per caporalato

Il datore di lavoro di Singh, indagato da cinque anni per caporalato   Photo Credit: foto agenzia fotogramma.it


22 giugno 2024, ore 22:01

La notizia, data in esclusiva dal Tg di Enrico Mentana, svela che l’uomo è indagato da cinque anni per reati di caporalato in un altro procedimento

A far esplodere la bomba è il Tg di La7 che pubblica in esclusiva un documento della Procura in cui si legge che Renzo Lovato, il padre di Antonello Lovato, il trentasettenne che ha abbandonato il bracciante indiano Satnam Singh davanti casa dopo aver perso il braccio destro in un incidente sul lavoro nella sua azienda agricola, è indagato da cinque anni per reati di caporalato in un altro procedimento. Da quanto è emerso, Renzo Lovato è accusato, in concorso, di avere sottoposto "i lavoratori, almeno sei, a condizioni di sfruttamento e approfittando del loro stato di bisogno" corrispondendo una retribuzione inferiore a quella stabilita dal contratto nazionale. Inoltre, avrebbe violato la "normativa sull'orario di lavoro, sulla sicurezza e sull'igiene dei luoghi di lavoro". Inoltre La Procura gli contesta anche di avere sottoposto i lavoratori "a condizioni di lavoro e a situazioni alloggiative degradanti". I fatti contestati risalgono al periodo che va dal novembre 2019 al maggio 2020. Lovato è indagato assieme ad altre due persone responsabili di una cooperativa agricola. Nei giorni scorsi, dopo l’incidente di Satnam Singh, aveva detto che quest'ultimo "ha commesso una leggerezza che ha fatto male a tutti".


La manifestazione di Latina

Intanto nel pomeriggio si è svolta a Latina una manifestazione contro il caporalato organizzata dalla Cgil dopo la morte del bracciante Satnam Sigh, cui ha aderito tutto il centrosinistra. Erano presenti la segretaria Dem, Elly Schlein e il segretario di Si Nicola Fratoianni, anche se non sono saliti sul palco, hanno fatto sentire la loro voce. Le altre opposizioni, M5s, Iv e Azione, invece, hanno mandato delle delegazioni. Sotto il sole concrete, dal palco si levano voci contro la legge Bossi-Fini, contro lo schiavismo dei giorni nostri. Sul palco anche i braccianti e i colleghi dello sfortunato indiano sottolineano come alla moglie di Satnam hanno dato subito il permesso di soggiorno e che loro lo vogliono da vivi, non da morti!. "Tutte le istituzioni e tutta la politica devono fare uno scatto in avanti contro questa piaga, perché Satnam Singh purtroppo non è un caso isolato", dice la segretaria Dem, Schlein a fine manifestazione, e annuncia che: "Nei prossimi giorni presenteremo la nostra proposta per abolire la Bossi-Fini e riscriverla integralmente, perché è una legge che provoca irregolarità. Fratoianni parla di "guerra civile contro il lavoro" di "bollettino di guerra quotidiano e le istituzioni sono silenti: Basta con la Bossi Fini".


Il richiamo di Mattarella

Se la Cgil ha convocato la piazza a Latina, da Solferino, in provincia di Mantova, dove si è recato per le celebrazioni del 160esimo della Croce Rossa, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella richiama quanto accaduto a Latina, condannando “i comportamenti come quello registrato tre giorni addietro, quando un giovane lavoratore immigrato, Satnam Singh, è morto, vedendosi rifiutare soccorso e assistenza, dopo l'ennesimo tragico incidente sul lavoro. Una forma di lavoro che si manifesta con caratteri disumani e che rientra in un fenomeno” ha detto il Capo dello Stato, “che affiora non di rado, di sfruttamento del lavoro dei più deboli e indifesi, con modalità e condizioni illegali e crudeli”. C'è anche un richiamo alla "responsabilità delle istituzioni di assicurare i servizi e di garantire i diritti sanciti dalla Costituzione e dalle leggi". Ma anche, tornando al caso Sigh, Mattarella sottolinea che lo sfruttamento illegale del lavoro è un “fenomeno che, con rigore e fermezza, va ovunque contrastato, eliminato totalmente e sanzionato, evitando di fornire l'erronea e inaccettabile impressione che venga tollerato ignorandolo”.



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