Il Giro d’Italia di una vecchia inviata, priva di esperienza
09 maggio 2024, ore 15:00
Dalla maxi valigia ai lunghi trasferimenti quotidiani per arrivare al traguardo
Bagaglio, e non solo di esperienza
Il primo step da superare è il duello con la valigia. Se sei un enigmista che si è già confrontato con il Sudoku o un appassionato di gaming esperto di tetris o, semplicemente, un veterano di trasferte per lavoro è tutto più semplice. Se non si è nulla di tutto questo, il parallelepipedo che deve contenere tutta la vita di un mese, da caricare e scaricare tutti i giorni in luoghi ameni, diventa una specie di stele di Hammurabi: un enigma di incastri e formule irrisolvibile. Per giorni, e qualche notte, si fanno elenchi mentali delle cose da portare: quelle indispensabili, e quelle inutili, ma ugualmente indispensabili, forse di più! Sistemato il beauty e superato lo scoglio accessori bagno, si ragiona sul vestiario, che deve essere funzionale in contesto montano, marittimo, cittadino, lacustre, idoneo al trekking, alla campagna paludosa, ai siti archeologici, alla neve, alla pioggia e al sole… E quando stai per buttare la spugna, mentre cerchi compulsivamente una soluzione su Internet appare un banner: i sacchetti sotto vuoto! Ne compri 50 scatole con tutte le dimensioni disponibili e inizi a spompettare per ridurre a sogliole maglioni, giacconi e pantaloni, ma anche magliette calzoncini.
Garibaldi e dintorni
Pronti, il bagaglio c’è! E il resto? La buona volontà non è sufficiente per non apparire un turista giapponese davanti al Colosseo con occhioni sgranati, mascella sospesa e il grande interrogativo: che è? La trasferta al seguito del Giro d’Italia è un momento nel quale ci si trova all’interno di un'organizzazione rodata ed efficiente, come quella che prepara la corsa, che non può e non deve perdere tempo con neofiti inesperti. Non si può essere di intralcio, devi essere funzionale alla buona riuscita dell’evento, restando invisibile. Un’altra equazione non banale! Studiare, capire, osservare gli altri e non fare domande inutili: queste le buone regole di partenza della vecchia inviata, totalmente priva di esperienza. I problemi personali devono evaporare, i quesiti a cui trovare soluzione sono di natura logistica e organizzativa. Il Giro d’Italia è una macchina molto grande e perfetta nel suo funzionamento. Ogni tappa organizzata al millimetro, niente deve andare fuori giri. Gli strumenti ci sono e anche quelli sono materia di studio. Per esempio, la guida alla Corsa Rosa si chiama il Garibaldi: arrivi, partenze e info logistiche e turistiche sono tutte concentrate in un tono da più di 400 pagine. Poi c’è il Garibaldino, che è un breviario, una specie di bignami, sintetico, ma efficace, pieno di QR code per trovare PPO (punto di passaggio obbligatorio), foglio firma, posizioni di partenza e arrivo di ogni tappa e molte altre indicazioni utili… Per chi le riesce a utilizzare. Fondamentale per un corrispondente alle prime armi è non farsi sgamare di essere alle prime armi: sguardo fiero, sicuro e proiettato in avanti, quello tipico di chi la sa lunga, mascella serrata (il modello da non seguire è sempre quello del turista giapponese), e atteggiamento severo e cortese…. Se ti fanno una domanda alla quale non sai rispondere, è possibile provare a fingere di essere straniero, ma mai sbandierare la propria ignoranza (quella è accettata solo per coloro che sono già riconosciuti quali esperti dell’evento). Intanto il cervello del neofita si affolla di domande e incertezze e, a questo punto, viene utile l’esperienza della valigia: mettere tutto in ordine, trovare spazi e incastrare, magari andando al sodo delle questioni e togliendo aria inutile dalla sostanza della trasferta.