Il giro del mondo di Mannarino chiuso dentro il suo ultimo disco “V”. Al centro l’universo femminile
01 ottobre 2021, ore 18:00
Negli studi di Milano di RTL 102.5, in diretta in RADIOVISIONE, Alessandro Mannarino ci ha raccontato il suo ultimo lavoro, Tra febbraio e marzo prossimi il nuovo tour
L’Album si chiama “V” (non cinque in numero) perché spiega Mannarino “E’ più un simbolo, può significare diverse cose”. Ospite in The Flight, su RTL 102.5 la prima radiovisione italiana, Mannarino racconta la copertina del disco “Una figura femminile, nera, indigena, con il passamontagna” che esprime il tema della ribellione e della rivendicazione dei propri diritti. Un passamontagna che si abbassa quando vengono riconosciuti, alle donne, i loro diritti e che si indossa quando invece devono lottare per veder riconosciuti i propri diritti. Il primo singolo ascoltato è “Cantarè” un inno alla voce con rime in italiano, spagnolo e romanesco.
UN DISCO CON INFLUENZE DI PAESI DIVERSI COMPLETATO DURANTE IL LOCKDOWN
Nella chiacchierata con Matteo Campese, Paola Di Benedetto e Francesco Taranto, Mannarino spiega che ha lavorato all’album per due anni e mezzo, subito dopo aver chiuso il suo ultimo tour a Parigi. Volato negli Stati Uniti ha iniziato a registrare le ritmiche del disco, lo scoppio della pandemia lo ha sorpreso a Rio de Janeiro, rientrato in Italia “Durante il lockdown ho trascorso 222 giorni chiuso in studio a registrare” spiega il cantautore. Registrato dunque tra New York, Los Angeles, Città del Messico, Rio De Janeiro, l’Amazzonia e l’Italia la prima canzone dell’Album si intitola “Africa”. La sua Africa non parla del continente ma di nuovo, e ancora, di una donna. Poi tra le altre tracce ci sono “Cantarè” “Congo” e “Amazònica” registrata in Amazzonia nella regione del Tapajos, con la voce delle donne indigene.
IL NUOVO TOUR
Mannarino torna dal vivo, con il suo disco, sui più importanti palchi italiani tra febbraio e marzo 2022. Prima di salutarlo Matteo Campese gli chiede se c’è un souvenir cui tiene più di tutti. Mannarino ci pensa un po’ su e poi racconta “E’ un fiammifero, preso in una favela di Rio de Janeiro dove ho cantato insieme ad altri artisti. Da un lato c’erano le persone che abitano nella baraccopoli brasiliana dall’altra i carri armati per tenere quelle persone dentro e c’era un ragazzo che accendeva un fiammifero dopo l’altro continuando a ripetere ‘Io devo fare luce’. Ed io ho portato con me uno dei suoi fiammiferi”.