05 ottobre 2020, ore 18:21
Il Napoli ha provveduto ad inviare un prereclamo sulla vicenda della mancata partenza della squadra per disputare la gara in calendario a Torino, per la terza giornata del campionato di serie A
Il Napoli giustifica la mancata partenza per Torino con le direttive sull’isolamento fiduciario , per la Juve fa testo il protocollo, c’erano le condizioni per giocare
La partita che non c’è stata, sta già proseguendo sul piano legale, per ora in ambito sportivo. Il Napoli, infatti ha provveduto ad inviare un prereclamo sulla vicenda della mancata partenza della squadra per disputare la gara in calendario a Torino, per la terza giornata del campionato di serie A. Un atto necessario, che consentirà al club azzurro di presentare memorie sui fatti, e non legherà la decisione del giudice sportivo solo al rapporto arbitrale, e degli ispettori federali. In quel caso sarebbe scattato subito il 3-0 a tavolino. Di fatto il giudice sportivo, che doveva decidere martedì, non dovrebbe poter esprimersi prima della fine della settimana.
De Laurentiis scrive ai ministri dello sport Spadafora e della Salute Speranza. E cita il caso di Palermo-Potenza
Alla missiva il presidente del Napoli ha allegato tutti i documenti che hanno caratterizzato la vicenda. Le note delle Asl 1 e 2 di Napoli, e viene citato anche il caso del rinvio di Palermo-Potenza in serie C, per lo stop allo spostamento della squadra lucana, disposto dalle autorità sanitarie interessate. Nella lettera si legge anche che ”il mancato rinvio per la disputa della partita rappresenterebbe la sconfitta di tutti. Dunque si confida in un intervento dei Ministeri in indirizzo, perché adottino ogni determinazione necessaria a ripristinare ordine, giustizia, legalità ragionevolezza e rispetto”. Intanto la procura della federazione italiana gioco calcio ha aperto una inchiesta per verificare il comportamento della società, dopo che è stata appurata la positività al virus di Zielinski.
La Juventus attende, il mondo del calcio si interroga
La Juve per ora si è fermata alle dichiarazioni di ieri del presidente Andrea Agnelli. Nelle discussioni, vivaci, che stanno dividendo l’Italia si inseriscono voci autorevoli del passato, come quella di Dino Zoff, doppio ex, che ha detto: “io avrei giocato, ma la soluzione poteva essere un compromesso tra le ragioni della Juve e quelle del Napoli, facendo una sintesi delle regole vigenti”. Tra quelli che denunciano la mancanza di regole chiare, e la inadeguatezza del protocollo, l’ex tecnico del Napoli del primo scudetto, Ottavio Bianchi. "Sono le solite cose all'italiana. Non ci sono regole precise". Il viceministro della Salute Pierpalo Sileri, intanto si iscrive all’elenco di chi sostiene che, in materia di salute, anche legata al calcio, la competenza è delle autorità sanitarie. "E' la Asl che decide se vi è rischio o non vi e' rischio. E' la Asl che decide se qualcuno deve andare o non andare in quarantena".
La rivalità tra Juve e Napoli divide anche l’ordine della Clarisse
Suor Rosa Lupoli, ischitana tifosa del Napoli, che vive nel convento delle Clarisse di Torino, ha twittato sdegnata denunciando "Certe brutture etico (si fa per dire) calcistiche da parte della solita squadra". A stretto giro, ha raccontato la stessa religiosa le hanno risposto via Facebook le Clarisse itineranti: "Mi hanno fatto sapere che loro erano juventine e ci hanno accusato di avere superato i limiti, dicendo che i tifosi del Napoli avevano esagerato. Io ho sospeso la comunicazione”. Dai tribunali agli altari, questo Juventus-Napoli promette di essere una storia lunga e tormentata.