Il giuramento, la campanella e l'inchino alla bandiera, i rituali democratici del cambio di governo

Il giuramento, la campanella e l'inchino alla bandiera, i rituali democratici del cambio di governo

Il giuramento, la campanella e l'inchino alla bandiera, i rituali democratici del cambio di governo


In democrazia anche la forma è parte del contenuto, e il cambio di governo prevede passaggi formali che nemmeno il Coronavirus ha potuto fermare

Tutto per questo momento. Mesi di trattative, riunioni, consigli dei ministri, vertici e consultazioni. Tutto per arrivare a oggi, sabato 13 febbraio 2021. Nasce il governo Draghi, il sessantasettesimo della storia repubblicana. A distanza di un mese esatto dalla conferenza stampa in cui venivano annunciate le dimissioni di Elena Bonetti, Teresa Bellanova e Ivan Scalfarotto dal governo Conte II, l'ex governatore della Banca centrale europea è al Palazzo del Quirinale per prestare giuramento come nuovo presidente del Consiglio dei ministri. Una giornata di grandi emozioni, che segna un passaggio chiave nella politica italiana nell'era in cui il mondo ha conosciuto la pandemia da Covid-19. In democrazia anche la forma è parte del contenuto, e, come tradizione impone, il cambio di governo è scandito da una serie di passaggi istituzionali e formali tra i palazzi romani del potere. Un'etichetta che ha dovuto adattarsi alle norme anti contagio, ma che non ha rinunciato alla tradizione.


Il giuramento

"Giuro di essere fedele alla Repubblica, di osservarne lealmente la costituzione e le leggi, e di esercitare le mie funzioni nell'interesse esclusivo della Nazione". La formula è la stessa sia per il premier che per i ministri. La giornata inizia infatti al Palazzo del Quirinale, questa volta pochi minuti prima di mezzogiorno. Il momento formale in cui il nuovo governo diventa esecutivo è il giuramento nelle mani del presidente della Repubblica. Dopo quello del presidente è consuetudine che questi si posizioni al fianco del capo dello Stato per il giuramento dei ministri, chiamati, uno alla volta, dal segretario generale del Quirinale, oggi Ugo Zampetti, per recitare la formula e firmare i relativi decreti di nomina. Nessuna stretta di mano questa volta nel salone delle feste del Quirinale, che ha visto oggi le sedie disposte al centro della sala, a debita distanza, senza la presenza di stampa, congiunti e colleghi di partito.


La foto di gruppo

Il giuramento del nuovo esecutivo termina con la foto di gruppo. Una foto che di norma viene svolta nello stesso salone delle feste, ma che quest'anno ha conosciuto un cambio di location che ha permesso ai ministri, al premier e al presidente della Repubblica di poter essere fotografati senza mascherine, seppur a debita distanza. Come tradizione vuole, il capo dello Stato e il neo eletto presidente del Consiglio sono in prima fila, vicini e al centro della scena. Come in qualsiasi foto di gruppo, che sia un vertice internazionale o una festa di compleanno, non è semplice per i fotografi ammessi catturare tutti i soggetti in posa, sorridenti e con occhi aperti.

L'inchino alla bandiera

All'arrivo a Palazzo Chigi, il presidente del Consiglio è accolto nel cortile da una banda disposta su due lati del porticato, di fronte a un tappeto rosso che segna il percorso che porterà il premier allo scalone d'onore e poi al primo piano del palazzo, dalla sala dei galeoni a quella del consiglio dei ministri. Percorrendo il tragitto, è usanza che il premier si inchini di fronte alla bandiera italiana. Forse per una dimenticanza data dall'emozione, o forse per una mancanza da parte del cerimoniale, Mario Draghi rischiava di saltare questo cruciale passaggio, salvo poi essere fermato da un addetto al cerimoniale per tornare indietro e potersi chinare di fronte al tricolore.


La campanella e il primo consiglio dei ministri

Il presidente del Consiglio non può però dirsi effettivamente in carica se non ha ricevuto la campanella dal presidente uscente. La campanella è quella che il premier utilizza per aprire i consigli dei ministri, e che viene trasmessa di presidente in presidente al cambio di governo. Un passaggio decisamente cordiale quello tra Mario Draghi e Giuseppe Conte, con l'ex numero uno della BCE che sventola la piccola campana facendola risuonare nella celebre sala dei galeoni, per poi dare il via al primo consiglio dei ministri del suo governo.  Terminata la consegna, il presidente uscente è atteso nel cortile di Palazzo Chigi per il saluto formale da parte della banda. Momento di sorrisi e quasi di commozione per Giuseppe Conte, che prima di uscire incassa un fragoroso applauso dai funzionari della presidenza del consiglio affacciati sul cortile. La mano stretta alla compagna, Olivia Paladino, al suo fianco in quello che è stato il suo ultimo atto da presidente del Consiglio italiano. Sarà davvero l'ultima volta per l'avvocato del popolo a Palazzo Chigi?


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