Il Gladiatore 2, la recensione del film di Ridley Scott con Paul Mescal, Denzel Washington e Pedro Pascal
Il Gladiatore 2, la recensione del film di Ridley Scott con Paul Mescal, Denzel Washington e Pedro Pascal Photo Credit: Ufficio Stampa Paramount
19 novembre 2024, ore 17:15
Il sequel della pellicola del 2000 si prepara ad arrivare anche in America dove si scontrerà con Wicked
Che fosse una sfida persa in partenza lo si poteva capire fin dall’annuncio della sua realizzazione. “Il Gladiatore 2” non può competere con quel primo film del 2000 che, a distanza di 24 anni dalla sua uscita nelle sale, è diventato un cult, un classico senza tempo. Il regista Ridley Scott, con quella pellicola, ridava linfa al genere peplum, facendolo tornare in auge in quel di Hollywood ma soprattutto rendendolo nuovamente popolare in tutto il mondo. Oggi lo scenario è cambiato e con questo nuovo film, si prova a mettere in scena alcune riflessioni sulla contemporaneità, ovviamente nascondendole tra vicoli dell’antica Roma.
IL GLADIATORE 2, LA TRAMA
Il secondo capitolo è ambientato circa 30 anni dopo gli eventi narrati nel primo film e vede come protagonista Lucius, figlio di Lucilla e nipote di Commodo, salvato proprio da Massimo Decimo Meridio alla fine dell’originale.
Anni dopo aver assistito alla tragica morte del venerato eroe Massimo per mano del suo perfido zio, Lucio si trova costretto a combattere nel Colosseo dopo che la sua patria viene conquistata da parte di due tirannici imperatori, che ora governano Roma: Caracalla e Geta. Con il cuore pieno di rabbia e il destino dell'Impero appeso a un filo, Lucio deve affrontare pericoli e nemici, riscoprendo nel suo passato la forza e l'onore necessari per riportare la gloria di Roma al suo popolo.
IL GLADIATORE 2, TANTA FORZA MA SENZA ONORE
Anche se questo secondo film fa di tutto per non evitare il confronto con il suo predecessore più illustre, forse la prima cosa che occorre fare è provare a dimenticare per un istante la gloria della pellicola originale. Appare chiaro da subito che Paul Mescal non è Russel Crowe, non possiede il carisma e la potenza di quell’attore che grazie al ruolo di Massimo Decimo Meridio è diventato iconico. Ma forse lo scopo del regista era un altro. Creare un prototipo di maschio diverso e più simile agli standard della contemporaneità. Fatto sta che ne “Il Gladiatore 2” ad emergere sopra ogni cosa è Denzel Washington, che crea un interpretazione magnetica e sopra le righe a cui non si può resistere. Si mangia il film e ruba la scena a tutti.
Nonostante alcune ingenuità narrative e alcuni passaggi di trama un pò troppo forzati, il film regge abbastanza bene dall’inizio alla fine e, ripercorrendo il modello del primo, ne cerca volutamente le differenze per lanciare delle riflessioni interessanti: se nel 2000 la guerra era vista come uno strumento per arrivare alla gloria e alla potenza, oggi invece il conflitto spaventa e repelle molto più di allora. Segno evidente dei tempi che stiamo vivendo. Forse, proprio a causa dei vari focolai bellici che esistono oggi nel mondo, si sceglie un finale quasi più pacifista, dove si percorre un’altra strada per evitare altro spargimento di sangue inutile.
IL GLADIATORE 2, GLI INCASSI IN ITALIA E NEL MONDO
Mentre si attende l’uscita americana prevista per il prossimo 22 novembre, il film di Ridley Scott è già arrivato in alcuni mercati globali tra cui quello italiano. Nel mondo, nel corso dell’ultimo fine settimana, ha ottenuto 87 milioni di dollari. Nel nostro paese per ora si assesta su un totale complessivo di oltre 4 milioni di euro. Il primo film, anche se in un contesto diverso da quello di oggi, aveva ottenuto alla fine della sua corsa nelle sale italiane quasi 12 milioni di euro. Non è da escludere che possa fare meglio di quel risultato. Tutto dipenderà da come andranno gli altri film in uscita nei prossimi giorni, tra cui “Wicked” (in arrivo da noi il 21 novembre) e “Oceania 2” (27 novembre).
Forse “Il Gladiatore 2” non verrà ricordato come avvenuto con il primo film. Il sentore è che venga dimenticato facilmente. Ma nonostante tutto, la pellicola risulta comunque possente, gigantesco e pensato seguendo le logiche del miglior cinema di Hollywood, tra l'enfasi e la spettacolarità. Un film usa e getta, un fast food privo di anima ma che richiama tutta la goduria possibile e immaginabile. Difficilmente echeggerà per l’eternità, ma regalerà comunque due ore e mezza di puro piacere a chiunque accetti di vederlo, senza confronti o pretese irraggiungibili.