Il Kenya nel caos, assaltato il parlamento e bloccata la legge finanziaria
29 giugno 2024, ore 19:36
Da giorni in Kenya è in corso una rivolta della popolazione contro l’entrata in vigore della legge finanziaria del 2024, poi bloccata dal presidente keniota William Ruto
Contesto sociale
La rivolta in Kenya nasce fondamentalmente in risposta all’aumento di una tassa che colpisce beni di primissima necessità. Il paese vive da anni una situazione economica disastrosa e l’aumento della pressione fiscale interviene su una capacità di potere d’acquisto già molto ridotta. La moneta locale è fortemente svalutata, a causa soprattutto della pandemia, di due anni di siccità e delle conseguenze indirette della guerra in Ucraina
La legge finanziaria
Il presidente del Kenya, William Ruto, ha deciso di bloccare la legge finanziaria del 2024, dopo l’inasprirsi della rivolta. In verità in un primo momento aveva proposto delle lievi modifiche, che poco cambiavano nella sostanza e che comunque non sono state accolte con favore dalla popolazione. Lo scopo della legge sarebbe stato quello di ridurre l’ingente debito pubblico che il paese ha contratto con creditori esteri e con istituti internazionali. La volontà era quella di raccogliere 2,7 miliardi di dollari aumentando le tasse su beni e servizi. Risulta tuttavia fondamentale sottolineare che si trattava di un prelievo destinato ad intervenire su beni e servizi di prima necessità, colpendo duramente la fascia più ampia e povera della popolazione. Il presidente keniota si era tra l’altro in molte occasioni dipinto come una persona del popolo, vicino ai bisogni concreti e alle necessità della gente. Appare evidente che questo ideale sia venuto meno.
Protesta e dietrofront
In Kenia la rivolta è tuttora in corso. I manifestanti, per lo più giovani, hanno assaltato il parlamento. Le proteste vengono represse dalla polizia con l’uso della forza. Il presidente Ruto si è visto costretto a ritirare la legge, forse su consiglio degli Stati Uniti, alleati del Kenya. In secondo luogo ha preso molto credito l’ipotesi che Ruto abbia optato per un dietrofront così netto per salvaguardare la propria posizione di potere, che sarebbe seriamente messa in discussione qualora le proteste non dovessero placarsi.