Il Leader dei Verdi, Angelo Bonelli, a RTL 102.5: “Calenda è la causa dell’allontanamento con Letta. Non so cosa sia successo, non ho mai avuto modo di parlare con Calenda, non l’ho mai incontrato in vita mia"

Il Leader dei Verdi, Angelo Bonelli, a RTL 102.5: “Calenda è la causa dell’allontanamento con Letta. Non so cosa sia successo, non ho mai avuto modo di parlare con Calenda, non l’ho mai incontrato in vita mia"

Il Leader dei Verdi, Angelo Bonelli, a RTL 102.5: “Calenda è la causa dell’allontanamento con Letta. Non so cosa sia successo, non ho mai avuto modo di parlare con Calenda, non l’ho mai incontrato in vita mia"


Il Leader dei Verdi, Angelo Bonelli, è stato ospite questa mattina durante Non Stop News con Giusi Legrenzi, Enrico Galletti e Massimo Lo Nigro

CALENDA-RENZI

Lei e Fratoianni siete stati la causa dell’allontanamento del patto raggiunto tra Calenda e Letta. Che dice della strada che ha seguito Calenda con Renzi? “La causa dell’allontanamento si chiama Carlo Calenda, le cui modalità di fare politica sono un po’ per chi ha un ego ipertrofico. È un problema che riguarda lui. Non so cosa è successo, non ho mai avuto modo di parlare con Calenda, non l’ho mai incontrato in vita mia, vedevo solo dai giornali che ogni mattina mi attaccava in malo modo. Una volta mi chiamava frattaglia, cozzaglia, zattera. Quando gli ho detto di non comportarsi come un bambino capriccioso ha reagito male. Il problema è che gli italiani non possono sentire cose di questo genere. Viviamo una crisi sociale profonda, sentiamo il dovere di dare delle risposte per evitare che queste crisi sociali si scatenino”.

ELENCO DI CENTODIECI PUNTI PROGRAMMATICI

Titoli principali: salario minimo, trasporti gratis per i giovani, legalizzazione della cannabis. “La questione dell’energia è fondamentale. Nei primi sei mesi del 2022 l’ENI ha conseguito un utile del +670%, pari a 6 miliardi di extra profitti. Questi vanno restituiti agli italiani, derivano dalla forte speculazione del gas. L’ENI e altre società hanno acquistato il gas anni fa a contratti fissati, con un pezzo bassissimo pre-guerra e pre-crisi. Oggi lo vendono a prezzi stratosferici. Nel contempo abbiamo famiglie in povertà sociale e imprese che chiudono perché non riescono a pagare la bolletta energetica, quindi c’è una necessità di mettere al centro e di difendere l’Italia, il suo sistema economico e le famiglie”.

L’AGENDA DRAGHI

Non abbiamo criticato il governo Draghi perché continuava ad acquistare il gas dalla Russia, perché abbiamo la consapevolezza che in questa fase di transizione il gas è necessario. Quello che critichiamo del governo e di Cingolani è che non ha attuato quelle politiche climatiche ed energetiche necessarie per mettere in sicurezza l’Italia. Sulle politiche climatiche vedere un ministro che definisce la transizione ecologica un bagno di sangue è veramente incredibile, dopo quello che abbiamo visto e continueremo a vedere. Non c’è stato un investimento forte sulle rinnovabili. Penso alla Germania che pur vivendo la nostra stessa situazione drammatica dal punto di vista energetico ha detto che, entro il 2030, l’80% del fabbisogno elettrico sarà soddisfatto dalle rinnovabili. Noi, invece, rantoliamo nel buio. Le rinnovabili hanno una funzione incredibile ma possono portare anche in basso il costo dell’energia, forse è per questo che non le vogliono. Il sole e il vento sono fonti energetiche gratuite”.

IL RIGASSIFICATORE DI PIOMBINO

L’impianto entrerà in funzione ad aprile 2023, quindi non darà una soluzione al problema dell’inverno. Però nel frattempo l’Italia esporta il gas all’estero. Secondo i dati del Ministero dello Sviluppo Economico, nei primi sei mesi del 2022, l’Italia ha esportato due miliardi di metri cubi di gas. Qui non c’è una strategia energetica del nostro Paese che metta al centro gli interessi degli italiani. Se c’è una carenza di gas la domanda è: per quale motivo lo esportiamo? Con le fluttuazioni della borsa e le speculazioni del mercato di Amsterdam ci guadagnano di più. Sul rigassificatore di Piombino dico che sono contrario su dove è collocato. In tutta Europa i rigassificatori non vengono messi dentro una città, sono messi a largo. Il punto è questo. Noi siamo assolutamente favorevoli che si usi il gas con infrastrutture purché siano temporanee e transitorie per puntare sulle rinnovabili, ma mettere un impianto di quel tipo è una follia, cioè metterlo in una città. Io mi auguro che chi ha le responsabilità dica all’Italia la ragione per la quale noi esportiamo gas all’estero e perché non si investe nelle rinnovabili”.
E riprendere estrazione nell’Adriatico? “Abbiamo nell’Adriatico e in tutta Italia tra terra e mare giacimenti per circa 90 miliardi di metri cubi che potrebbero sostenere un anno e pochi mesi. Quindi per quanto riguarda il tema dell’estrazione non risolverebbe il problema immediato. Dobbiamo guardare avanti, però non ci lamentiamo quando arriva il clima che fa dei danni, quando i ghiacciai si sciolgono e i nostri fiumi si trasformano in corridoi di sabbia. Se da una parte ci lamentiamo per quello, dall’altra non possiamo dimenticarci di questo e continuare a bruciare fonti fossili che la comunità scientifica mondiale ci dice essere responsabile del cambiamento climatico. È pura follia pensare di continuare con un modello energetico che è responsabile del disastro climatico che stiamo vivendo e anche dell’alto livello del costo dell’energia. La responsabilità dell’alto livello del costo dell’energia si chiama gas. Chi oggi vuole continuare a far difendere la nostra economia dalle fonti fossili sta condannando famiglie e imprese ad andare sul lastrico”.

LE ELEZIONI, PERCENTUALI E ASTENSIONISMO

Sentiamo il dovere morale di portare avanti questa battaglia. La politica ha perso quella dimensione etica di occuparsi delle generazioni del domani, quelle che verranno, i bambini che nasceranno domani. La questione della crisi climatica sta mettendo in discussione non solo la qualità della vita e dell’ambiente, ma anche l’economia e il benessere sociale. Siamo convinti che supereremo ampiamente lo sbarramento, ma il tema è come contare nel Parlamento per dare un cambio radicale su alcune politiche climatiche e sociali che oggi sono disattese da chi si candida a governare il Paese”.
Come mai in Europa i Verdi sono una realtà consolidata e da noi si ha l’impressione che in realtà non sfondino? “Non è un problema di un posizionamento a sinistra. C’è una differenza tra i Paesi del nord e del sud Europa. Ci sono segnali estremamente positivi in Italia, nelle ultime amministrative abbiamo eletto oltre duecento consigliere comunali. Abbiamo preso anche più voti di Calenda, che, nonostante sia dalla mattina alla sera in televisione, è riuscito a prendere alle ultime amministrative molti voti in meno di noi. Andrà così anche alle prossime elezioni? Non mi piace fare una gara”.

IL REDDITO DI CITTADINANZA E IL SALARIO MINIMO

Il salario minimo e il reddito di cittadinanza non sono in contrapposizione. Il punto è che nel nostro Paese abbiamo giovani e meno giovani che vengono pagati dai due ai tre euro l’ora, con livelli di sfruttamento incredibili. Bisogna superare tutti quei contratti atipici e fare come la Spagna che ha portato chi lavora ad avere una dignità non solo nel salario di base, ma anche nel fatto che la precarietà deve essere qualcosa da contrastare per forza perché mina la capacità dei giovani di programmare il proprio futuro. Per quanto riguarda il reddito di cittadinanza, ne difendo il principio, ma se ci sono alcune cose da modificare per renderlo più efficace e punire i furbetti, questo assolutamente sì”.



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