Il leader di Hamas, Sinwar, è stato ucciso dall’Idf. Dopo la conferma della polizia quella di Netanyahu
17 ottobre 2024, ore 20:00 , agg. alle 21:33
Il premier israeliano, riporta Channel 12, ha dato ordine ai suoi collaboratori di informare le famiglie degli ostaggi che il leader di Hamas è morto
Il ministro israeliano degli Esteri Israel Katz ha confermato ufficialmente la morte di Yahya Sinwar: “Il grande assassino Yahya Sinwar, responsabile del massacro e delle atrocità del 7 ottobre, è stato eliminato dai soldati dell'Idf”, ha dichiarato. La stessa conferma è giunta dall’esercito israeliano. Nelle ultime ore a prevalere era stata la prudenza. Due indizi, in questo caso, sembravano fare la prova. Il corpo di Yahya Sinwar è stato identificato dalla polizia israeliana dai denti e da un neo, come rilanciato dai media israeliani. E mentre è in corso l’esame del DNA il premier Netanyahu avrebbe dato il suo “go” per informare le famiglie degli ostaggi ancora trattenuti nella Striscia di Gaza che il leader di Hamas è stato ucciso. “Eliminato” in un raid avvenuto durante un’operazione di routine, le truppe dell’Idf non avevano come obiettivo lui e non sapevano che il leader di Hamas potesse trovarsi nell'edificio in cui stavano operando.
NETANYAHU, SINWAR HA PAGATO IL CONTO
Netanyahu ha detto, in un discorso alla nazione, che l'arciterrorista Sinwar ha pagato il conto, che il male è stato colpito ma la missione non è ancora finita. Poi il premier israeliano si è rivolto ad Hamas con due richieste "arrendetevi e liberate gli ostaggi". Netanyahu ha detto che il ritorno degli ostaggi avvicinerà la fine della guerra. Con la morte di Sinwar questo è un bel giorno per Israele, gli Usa e il mondo, ha commentato il presidente americano, Joe Biden. Secondo la tv Al Arabiya Hamas ha saputo ieri dell'assassinio di Sinwar.
CHI E’ SINWAR, IL MACELLAIO DI GAZA
Un soprannome popolare quello di Sinwar “Il macellaio di Khan Younis” dal nome della zona più derelitta in cui è cresciuto. Per Sinwar, architetto e responsabile numero uno di quel 7 ottobre nero in cui furono massacrati più di 1.400 israeliani, sono stati usati tanti aggettivi: crudele, carismatico, manipolatore, influente. Lo ricordano bene gli agenti dello Shin Bet, il servizio di sicurezza interno israeliano, che lo interrogarono verso la fine degli anni '80: “Con spavalderia si prese la responsabilità della punizione inflitta a un sospetto informatore. Ha convocato il fratello dell'uomo, un membro di Hamas, e lo ha costretto a seppellirlo vivo buttandogli addosso terra e terra fino a che non è soffocato. Questo è Yahya Sinwar”. Rimasto in un carcere israeliano per 22 anni dopo una condanna a diversi ergastoli per l'omicidio di tre soldati dell'Idf, Sinwar ne uscì con altri mille detenuti palestinesi in cambio del rilascio del soldato israeliano Gilad Shalit, prigioniero di Hamas a Gaza per oltre 5 anni. Impiegò quegli anni per studiare il nemico, quando tornò in libertà affermò che Hamas non aveva le capacità per smantellare lo Stato Ebraico. Ma fingeva. Mostrarsi deboli per spostare l'attenzione da sé e colpire al momento giusto. La sua ascesa all'interno del gruppo dirigente di Gaza si è basata proprio su una reputazione di spietatezza e violenza, che ha attecchito tra i ranghi più alti della fazione. Dopo il 7 ottobre, il capo di Stato maggiore israeliano Herzi Halevi aveva avvertito: “Questo attacco atroce è stato orchestrato da Yahya Sinwar. Lui e i suoi uomini sono già morti”. Anche Benyamin Netanyahu lo aveva definito “un morto che cammina”, paragonandolo a “un piccolo Hitler”. Una profezia, oggi, avverata.