27 marzo 2021, ore 17:00 , agg. alle 22:07
Il film con Sophia Loren, seppur ben fatto, è molto lontano dalla bellezza del romanzo di Romain Gary
La vita davanti a sè, il film
Nelle ultime settimane si è parlato tanto del film La vita davanti a sè, diretto da Edoardo Ponti e interpretato magistralmente dalla madre del regista, la grande Sophia Loren. Gran parte della fama della pellicola, visibile su Netflix, è dovuta alla colonna sonora. La canzone Seen-Io sì di Diane Warren, il cui testo in italiano è stato scritto da Niccolò Agliardi e Laura Pausini, che la interpreta, ha già vinto il Golden Globe e ora è candidata all'Oscar. Nessuna nomination ai premi più importanti del cinema, invece, per Sophia Loren, che però corre in Italia per i Nastri D'Argento. La Loren ha comunque già vinto un Oscar nel 1962 con il film La ciociara.
La vita davanti a sè, il libro
Il film di Edoardo Ponti è tratto dall'omonimo libro, scritto nel 1975 da Emile Ajar, pseudonimo di Romain Gary, a sua volta pseudonimo di Roman Kacew. Gary era nato in Lituania e si era trasferito in Francia a 13 anni. Lo scrittore, poi morto suicida, ha usato per il romanzo un linguaggio molto particolare, tipico delle periferie parigine, dove l'immigrazione dà vita a un vero e proprio melting pot di culture. Il libro vinse il Premio Goncourt, prestigioso riconoscimento francese.
Le differenze
Il libro La vita davanti a sè racconta la giovane vita di Momò, figlio di una prostituta abbandonato da Madame Rosa, una signora grossa e stanca, di origine ebrea, che, dopo aver "fatto la vita" per anni, si è dedicata a crescere i figli delle altre prostitute. Momò è un bambino arabo, che non sa esattamente quanti anni abbia, estremamente intelligente e anche diretto, a tratti volgare, caustico, politicamente scorretto, ma tanto sensibile. Il legame tra lui e Madame Rosa è viscerale, forse ancora più intenso di quello con un genitore. Momò affronta lo sconforto e la povertà con la certezza che, nonostante tutto, non abbandonerà Madame Rosa, anche quando lei, purtroppo, non sarà più la stessa. Il film di Edoardo Ponti tradisce profondamente l'essenza del libro. Il protagonista sullo schermo è un bambino nero, dal carattere visibilmente diverso da quello del Momò letterario. Madame Rosa, invece, è interpretata da Sophia Loren, un'attrice eccezionale, ma distante dal personaggio del libro sia fisicamente sia nel modo di comportarsi. Senza voler spoilerare nulla, è proprio l'ultima parte della vicenda, così intensa nel libro, a essere stata trasformata in qualcosa che si allontana molto dalla celebre opera di Romain Gary. A chi avesse visto solo il film, consiglio di leggere il libro... per conoscere i veri Momò e Madame Rosa. Sarebbe un peccato non scoprirli.