14 febbraio 2022, ore 20:00
La Coldiretti stima che nel mondo il falso agroalimentare Made in Italy valga oltre 100 miliardi. Sono sempre di più i prodotti copiati e spacciati all’estero per italiani
I prodotti agroalimentari italiani piacciono sono sempre più copiati nel mondo e per il nostro paese questo falso, soprattutto nel settore agroalimentare è salito ad oltre 100 miliardi sottraendo risorse e contemporaneamente opportunità di lavoro all'Italia. Ma non è tutto perché il falso Made in Italy mette a la tenuta e il futuro della Dop Economy messa già alla prova in questi anni dalla pandemia. L’allarme è stato lanciato dal Coldiretti durante la presentazione del Rapporto Ismea – Qualivita 2020 sui prodotti Dop/Igp. Un settore che evidenzia il sistema italiano di qualità come quello “Food and wine” che può contare su 841 specialità tutelate che sviluppano un valore alla produzione di 16,6 miliardi su base annua. Il fenomeno conosciuto come “Italian sounding” secondo Coldiretti riguarda tutti i continenti e colpisce, seppure in maniera diversa tutti i prodotti dell’eccellenza italiana a cominciare da quelli a Denominazione di origine. E sempre secondo l’associazione che rappresenta l'agricoltura italiana, i principali tarocca otri dei prodotti italiani sono i paesi più ricchi come Stati Uniti, Russia, Australia e Germania.
I prodotti più imitati
I formaggi italiani sono quelli più copiati all’estero. Su tutti il Parmigiano Reggiano e il Grana Padano che, a seconda della nazione dove vengono imitati si chiamano: parmesao in Brasile, reggianito in Argentina, o parmesan che è diffuso in tutti i continenti. Coldiretti. Ma nel mondo vengono imitati anche formaggi come Provolone Gorgonzola, Pecorino Romano, Asiago o Fontina. Insieme ai formaggi, tra i prodotti del Made in Italia più imitati all’estero ci sono anche i salumi: dal Parma al San Daniele, la mortadella Bologna o il salame cacciatore. Per non parlare degli oli extravergine di oliva o le conserve come il pomodoro San Marzano che viene prodotto in California ed venduto in tutti gli Stati Uniti.
La lotta sui vini
Quella del vino è un’altra battaglia che l’Italia combatte nel mondo. L’ultima in ordine di tempo è quella del Prosek croato su cui pende il possibile riconoscimento da parte dell’Unione Europa, a discapito del prosecco italiano. Ma nel mondo esistono vini simili a quello prodotto nella zona nordorientale italiana e gli esempi non mancano: ci sono il Meer-secco, il Kressecco, il Semisecco, il Consecco e il Perisecco tedeschi, il Whitesecco austriaco, il Prosecco russo e il Crisecco della Moldova. Infine i produttori brasiliani nella zona del Rio rivendicano il diritto di continuare a usare la denominazione prosecco nell'ambito dell'accordo tra Ue e Paesi del Mercosur.