04 maggio 2023, ore 22:40
I numeri premiano il cammino della squadra di Spalletti: ha segnato più gol di tutti e ha subito meno reti degli altri. Il campionato è stato dominato dall'inzio alla fine. E' un successo di squadra, ma una menzione speciale la meritano Spalletti, Osihmen e Kvaratskelia. Il pareggio 1-1 tra Udinese e Napoli consegna lo scudetto numero 3 agli azzurri
VITTORIA SENZA DISCUSSIONI
Il Napoli è campione d'Italia per la terza volta nella sua storia; in questa stagione ha messo d’accordo tutti. Il commento è unanime, la conquista dello scudetto da parte dei partenopei è pienamente meritata. La squadra di Luciano Spalletti ha saputo coniugare qualità, intensità, compattezza, continuità. E’ stato un campionato senza storia: soprattutto per merito del Napoli ma anche per demeriti di chi avrebbe dovuto inseguire e invece si è fatto staccare. La squadra neo campione d’Italia ha sfiorato la perfezione e ha battuto squadre imperfette. L’attesa è durata tanto, trentatre anni che non hanno fatto sbiadire il ricordo e l’ammirazione per Diego Armando Maradona. Questo è il primo scudetto conquistato senza il Pibe de Oro in campo a trascinare tutti, questo è davvero lo scudetto della squadra.
GLI ARTEFICI DEL TRIONFO
Luciano Spalletti è il grande artefice di un progetto che oltre che bello si è rivelato vincente. Alla squadra ha dato un gioco e una identità ben chiari. Ha trasmesso la giusta mentalità, ha gestito alla grande i rapporti all’interno dello spogliatoio. Con lui in copertina ci vanno anche alcuni giocatori chiave: Victor Osihmen, il capocannoniere del campionato ha segnato gol belli e pesanti. Khvicha Kvaratskhelia, la rivelazione del campionato: arrivato da semisconosciuto ha alzato il livello di classe e qualità, le sue giocate (specie nella prima parte della stagione) sono spesso state decisive. Un’altra rivelazione è rappresentata da Kim, gigantesco e spesso insuperabile difensore arrivato dalla Corea. Importante per gli equilibri del centrocampo si è rivelato Lobotka. Ma utili sono stati tutti i componenti della rosa, anche quelli che magari hanno cominciato molte partite in panchina, ma poi – una volta chiamati in causa- hanno saputo farsi trovare pronti. E non si può dimenticare il presidente Aurelio De Laurentiis: ha preso un Napoli agonizzante in serie C e l'ha portato al trionfo, anche con i colpi di mercato del direttore sportivo Cristiano Giuntoli.
I NUMERI MIGLIORI
I numeri non mentono. Se una squadra a fine campionato può vantare l’attacco più prolifico, la difesa meno battuta, la maggior percentuale di possesso palla, il maggior numero di passaggi riusciti significa solo una cosa: ha dominato il campionato e ha meritato di vincere. E certo non basta il fisiologico rallentamento delle ultime settimane per annacquare il giudizio. Il Napoli ha stracciato la concorrenza prima e dopo la pausa per il mondiale. Nei pressi del traguardo ci è arrivato con un po’ di fiatone, ma i partenopei avevano avuto il merito di mettere talmente tanto fieno in cascina da potersi permettere di tirare un po’ il fiato. A Napoli il rammarico riguarda la Champions League: la squadra di Spalletti è arrivata al doppio confronto con il Milan nel momento peggiore, con giocatori chiave indisponibili o fuori forma, e gli episodi nei 180 minuti sono andati solo nella direzione opposta. I neocampioni d’Italia hanno incantato anche in Europa, specie nel girone iniziale, e avrebbero meritato di fare più strada. Ma questo non è il momento del rimpianto, ora conta solo festeggiare il tricolore.