Il Pakistan tiene in carcere il padre di Saman. E l’Italia accelera il piano per l’estradizione
Il Pakistan tiene in carcere il padre di Saman. E l’Italia accelera il piano per l’estradizione Photo Credit: Fotogramma.it
29 marzo 2023, ore 08:00
Riflettori sulla nuova udienza prevista per domani, in discussione c’è la richiesta delle autorità italiane di estradizione di Shabbar Abbas. Venerdì, invece, nuovo capitolo in Corte di assise a Reggio Emilia
Dopo una ventina di rinvii, dal Pakistan arriva finalmente una decisione: il padre di Saman, almeno per ora, non uscirà dal carcere. Il magistrato di Islamabad ha infatti respinto l'istanza di rilascio su cauzione avanzata dalla difesa, e il procedimento sull'estradizione chiesta dal ministero della Giustizia italiano accelera.
LA VICENDA
Shabbar Abbas è stato arrestato a novembre nel Punjab, dopo essere partito in fretta e furia dall'Italia il primo maggio 2021 assieme alla moglie Nazia Shaheen, ancora ricercata e destinataria di mandato di cattura internazionale. La Procura di Reggio Emilia accusa i coniugi di aver ucciso insieme ad altri tre parenti la ragazza 18enne che aveva rifiutato un matrimonio combinato e voleva frequentare un giovane connazionale conosciuto in Italia. E' stata fissata intanto per domani la prossima udienza a Islamabad e si continuerà a discutere dell'estradizione. Ieri il difensore di Abbas era assente, in quanto impegnato in questioni religiose fino al 25 aprile: si troverebbe in Arabia Saudita per compiere il pellegrinaggio dell'Umrah. Ma anche la richiesta formulata dal sostituto del legale per un rinvio a fine aprile è stata respinta ed è stato disposto che, per giovedì, ad Abbas venga nominato un difensore d'ufficio in sostituzione del suo. "Voglio concludere il caso in breve tempo", ha detto il magistrato.
DOPPIO FRONTE GIUDIZIARIO
L'aula di Islamabad è uno dei due fronti dove si sta giocando la partita giudiziaria sulla morte della giovane di Novellara. Venerdì è infatti previsto un nuovo capitolo in Corte di assise a Reggio Emilia dove presumibilmente saranno presenti, come nelle precedenti udienze, i tre imputati che si trovano in carcere in Italia: lo zio Danish Hasnain e i cugini Nomanhulaq Nomanhulaq e Ikram Ijaz. Con loro sono giudicati, in assenza, anche i due genitori. Di recente Hasnain, che a novembre fece trovare il corpo della nipote, ha chiesto di essere interrogato e ha sostenuto di non essere stato lui a uccidere Saman. La notte tra il 30 aprile e il primo maggio 2021, ha detto, si limitò ad accompagnare i due cugini a seppellirla, all'interno di un casolare diroccato a poche centinaia di metri dove abitava la famiglia di contadini. "Io penso che mi abbiano chiamato perchè volevano uccidermi per il mio buon rapporto con Saman, io ero d'accordo sulla sua relazione con Saqib. Poi non so perchè non mi hanno ucciso", ha detto Danish come risulta dal verbale. Parole che però non sono in linea con la posizione dell'accusa, secondo cui Danish sarebbe l'esecutore materiale del delitto.