Il Papa annuncia che il giudice Rosario Livatino sarà beato, fu ucciso dalla mafia a soli 37 anni
Il Papa annuncia che il giudice Rosario Livatino sarà beato, fu ucciso dalla mafia a soli 37 anni
22 dicembre 2020, ore 15:35 , agg. alle 11:00
La Santa Sede ha riconosciuto la sua morte come martirio in odium fidei, in odio alla fede
Papa Francesco ha annunciato che il giudice Rosario Livatino, assassinato dalla mafia il 21 settembre del 1990 ad Agrigento, a soli 37 anni, sarà beato. Si tratta del primo magistrato beato della storia della Chiesa.
Il decreto del Vaticano
La Santa Sede ha riconosciuto che il giudice è stato un martire in odium fidei, in odio alla fede. È quanto si legge in un decreto a cui Bergoglio ha dato il via libera nel corso di un'udienza con il cardinale Marcello Semeraro, prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi. La prova del martirio è arrivata anche grazie alle dichiarazioni rese da uno dei quattro mandanti dell'omicidio, avvenuto sulla strada che conduce da Canicattì ad Agrigento. L'uomo ha raccontato che chi organizzò l'assassinio sapeva quanto Livatino fosse retto, giusto e attaccato alla fede e che quindi, di conseguenze, non sarebbe potuto essere un interlocutore per le mafie. Il fatto di non essere corruttibile portò alla sua sentenza di morte.
Le voci dei carnefici
I mafiosi, quando Livatino era in vita, lo chiamavano scimunito e anche santocchio, che significa bigotto, perché frequentava assiduamente la parrocchia. Oltre alla testimonianza del mandante, è arrivata anche quella di uno degli esecutori materiali. Si tratta di Gaetano Puzzangaro, che guidava l'auto che speronò quella giudice mentre andava al lavoro nel Tribunale di Agrigento. Intervistato da TgCom24 si è detto pentito e ha anche confessato di aver sperato che Livatino, detto il giudice ragazzino, avesse deciso quel giorno di fare un'altra strada.
La gioia della famiglia di Livatino
Salvatore Insenga, cugino del giudice Rosario Livatino, che aveva 20 anni il giorno del delitto ed è rimasto l'unico parente in vita del giudice, ha reagito così alla notizia: "Oggi sono particolarmente commosso, sto pensando in questo momento a mio zio e mia zia, i genitori di Rosario, che hanno atteso questo momento per tanti, tantissimi anni. Penso che in questo momento staranno gioendo insieme in paradiso". "Il cardinale di Agrigento Francesco Montenegro mi aveva accennato che poteva succedere oggi - ha aggiunto il cugino - spesso faccio iniziative con Libera, sono con loro ogni 21 marzo e so quante tragedie ha fatto la mafia. Rosario oltre a essere un martire è anche soprattutto una vittima della mafia e io penso a tutte le vittime della mafia".
Un'associazione dedicata al giudice
Un compagno di scuola di Rosario Livatino, Giuseppe Palilla, ha fondato un'organizzazione dedicata al giudice. "Siamo felicissimi per Rosario perché è stato un uomo credente ma soprattutto credibile - ha osservato -. È una gioia personale ma collettiva. Rosario è attualissimo. Se solo pensiamo a quello che scrisse sul ruolo del giudice nella società che cambia. Sembra un testo scritto oggi. Rosario è sempre stato un passo indietro. L'apparire non apparteneva a lui. Mai in prima pagina ma quando è morto tutti hanno capito l'uomo che era". "Rosario è una moneta fuori corso, oggi, di legalità e di servizio non solo allo Stato ma anche per l'uomo. Speriamo torni ad essere moneta ufficiale - ha sottolineato ancora il compagno di scuola del giudice ragazzino -. Come associazione continueremo a portare avanti il ricordo e l'amore di Rosario".