Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “la scuola è un pilastro fondamentale. Non possiamo più ignorare il disagio giovanile”

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “la scuola è un pilastro fondamentale. Non possiamo più ignorare il disagio giovanile”

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “la scuola è un pilastro fondamentale. Non possiamo più ignorare il disagio giovanile”   Photo Credit: fotogramma.it


16 settembre 2024, ore 19:45

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nella cerimonia di inaugurazione dell'anno scolastico 2024-2025 ha parlato di giovani, importanza della scuola, bullismo, tecnologia e condizioni precarie degli insegnanti

Questa sera il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha parlato al Convitto Nazionale "Vittorio Emanuele II" di Cagliari nella cerimonia di inaugurazione dell'anno scolastico 2024-2025. Tanti i temi toccati dal Capo dello Stato: situazione della scuola italiana, bullismo, tecnologia e disagio giovanile tra i principali.

“LA SCUOLA E’ UN PILASTRO FONDAMENTALE”

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha definito la scuola come un pilastro fondamentale della nostra Repubblica: “Talvolta, questo nostro tempo dominato dall'assillo del presente, del qui e ora, rischia di far dimenticare che l'impegno educativo rappresenta un pilastro fondamentale della vita della Repubblica. Dalla qualità del sistema educativo dipende strettamente il futuro della nostra società. A esso vanno dedicate indispensabili risorse adeguate".

Parole sono state spese anche per il ruolo che la scuola ha nei confronti dei ragazzi e soprattutto di come la società e i tempi cambiano: “Le ragazze e i ragazzi sono cresciuti, nel fisico e nella mente. Sono cambiati. I loro insegnanti, vecchi e nuovi, hanno arricchito le loro esperienze, si sono posti nuovi e più ambiziosi traguardi. Anche la società è andata avanti, tra problemi annosi e sfide del tutto nuove. La scuola è movimento. Non si ferma. E' palestra, innanzitutto, di vita. La scuola educa a essere cittadini consapevoli dei propri diritti e dei propri doveri, sviluppa il senso di comunità, fa sperimentare la convivenza".

Sempre più spesso al centro del dibattito scolastico ci sono stati gli smartphone, vietati in alcuni contesti scolastici. Il Presidente della Repubblica Mattarella ha detto: "Non possiamo e non dobbiamo abbandonare i ragazzi a una chiusura solitaria, in un mondo dominato dalla tecnologia in cui talvolta rischiano di essere imprigionati. Lo smartphone è uno strumento che aiuta nella vita quotidiana, ma non è, non rappresenta la vita, che è molto più complessa, ricca, emozionante. Non possiamo correre il rischio che lo strumento tecnologico, in continua evoluzione, assorba la quasi totalità delle attenzioni, delle relazioni, della vita. Anche in questo il sistema educativo ha un compito decisivo".

“IL DISAGIO GIOVANILE NON PUO’ PIU’ ESSERE IGNORATO”

Davanti ai numerosi casi di cronaca che vedono al centro i giovanissimi, il Capo dello Stato si è così espresso: "Non possiamo più chiudere gli occhi di fronte a tanti fatti di cronaca, a tanti episodi di varia gravità ma tutti intollerabili. Il disagio giovanile è una grande e urgente questione nazionale, che va affrontata con tutto l'impegno e i mezzi a disposizione. Purtroppo, nonostante i tanti sforzi, bullismo e cyberbullismo sono tuttora diffusi tra i nostri giovani. Occorre rinnovare un'azione rivolta a reprimere e anzitutto a prevenire, incidendo sulle cause che provocano momenti così gravi".

“LA RETRIBUZIONE DEI DOCENTI SPESSO NON E’ ALL’ALTEZZA”

Un passo è stato dedicato anche ai docenti: "Agli insegnanti, ai presidi, ai docenti, al personale di supporto si chiede molto, talvolta troppo. Anche a fronte di retribuzioni spesso non all'altezza di altri Paesi europei. Si tratta di un aspetto di grande rilievo che va affrontato concretamente. Tutti loro hanno e devono sempre avere la consapevolezza e l'orgoglio di ricoprire un ruolo prezioso per la nostra società: quello di formare ed educare i cittadini che crescono. Dalla loro opera, spesso silenziosa e non conosciuta, dipende in gran parte il futuro della nostra Italia".



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