Il presidente INPS Pasquale Tridico a RTL 102.5:“Dobbiamo investire in settori ad alto contenuto tecnologico e puntare ad avere salari più alti, solo così possiamo avere lavori stabili”

Il presidente INPS Pasquale Tridico a RTL 102.5:“Dobbiamo investire in settori ad alto contenuto tecnologico e puntare ad avere salari più alti, solo così possiamo avere lavori stabili”

Il presidente INPS Pasquale Tridico a RTL 102.5:“Dobbiamo investire in settori ad alto contenuto tecnologico e puntare ad avere salari più alti, solo così possiamo avere lavori stabili”


01 aprile 2023, ore 12:11 , agg. alle 14:45

Il presidente dell’INPS Pasquale Tridico è stato ospite in “Non Stop News” su RTL 102.5 in compagnia di Barbara Sala, Luigi Santarelli e Antonio Sica. Tridico è intervenuto per parlare di pensioni e lavoro.

Ospite di Non Stop News, il presidente dell’INPS Pasquale Tridico è intervenuto per parlare di pensioni e lavoro: «In Italia scontiamo un problema: parliamo troppo di pensioni ma poco di lavoro, che è ciò che sostiene le pensioni. Per avere meno problemi a livello pensionistico dobbiamo fare di tutto per aumentare il tasso di occupazione», afferma Pasquale Tridico. «Quello italiano non è un sistema a capitalizzazione bensì a ripartizione, ciò significa che i lavoratori di oggi pagano le pensioni di oggi ma anche quelle di domani. Se il rapporto fra numero di lavoratori e numero di pensionati si restringe è chiaro che abbiamo un problema. Oggi in Italia il rapporto è di 1,4 lavoratori per 1 pensionato, non è una soglia molto alta. Inoltre, prevedo che fra circa dieci anni per le prospettive demografiche il rapporto si abbasserà a 1,3. Dobbiamo far di tutto per portare questo numero a 1,5 almeno», continua il presidente dell’INPS.

PER I GIOVANI LAVORATORI

Per quanto riguarda i giovani lavoratori, Tridico afferma: «I giovani lavoratori avranno accesso alla pensione se lavorano stabilmente e con carriere che sono retribuite in modo costante e dignitoso. Il problema è che ci sono ancora troppi lavoratori precari con carriere intermittenti e bassi salari. Questo tipo di situazioni lavorative fanno si che il raggiungimento della pensione, previsto con 42 anni e 10 mesi di contributi, si allontana. Insomma, il problema c’è nella misura in cui non c’è lavoro. Se i giovani si affidano ai c.d. ‘lavoretti’ o sono impegnati in settori a basso contenuto tecnologico questo non consentirà loro una pensione. I giovani devono lottare contro il lavoro in nero, che non ha base contributiva e non consente accumulazione ai fini pensionistici».

LA BASSA NATALITÀ SI RIVERSA SUL SISTEMA PENSIONISTICO

Pasquale Tridico è autore di “Il lavoro di oggi la pensione di domani. Perché il futuro del Paese passa dall'Inps”, scritto insieme a Enrico Marro. «In Italia abbiamo un problema di transizione, oggi stanno uscendo dal mercato del lavoro tante persone che sono entrate tra il 1955 e il 1960, gli anni del boom economico. In quegli anni c’era un tasso di crescita della popolazione molto veloce che oggi non c’è. Oggi c’è un calo del tasso di crescita della popolazione e un tasso di uscita dal mercato del lavoro uguale a quello delle nascite degli anni tra 1955 e il 1960. Allo stesso tempo, i nuovi entrati nel mercato del lavoro sono circa la metà. Finché le due variabili non avranno raggiunto l’equilibrio e inizieranno a crescere allo stesso tasso avremo criticità. Un Paese piccolo può sicuramente essere sostenibile, il problema è se nascono troppi pochi bambini rispetto alle persone che vanno in pensione, queste variabili non possono essere troppo distanti fra di loro. In Italia, almeno fino al 2035 avremo una stagione negativa in questo senso.

NO AI 'LAVORETTI'

"Nel 2022 il numero dei lavoratori stagionali è stato il più alto di sempre. Il tasso di occupabilità dei giovani percettori del Reddito di cittadinanza è basso. Purtroppo c’è una fascia di popolazione in una situazione di povertà educativa che difficilmente riesci a portare via da quelle condizioni, se non con lunghi processi di investimento in educazione. Alcuni meccanismi fondamentali delle politiche attive e dei centri per l’impiego non hanno funzionato, lì bisogna fare di tutto per cercare di portare quante più persone possibile sul mercato del lavoro. I “lavoretti” però non cambiano le condizioni del mercato del lavoro, perché non producono valore aggiunto. Dobbiamo investire in settori ad alto contenuto tecnologico e puntare ad avere salari più alti, solo così possiamo avere lavori stabili».

REDDITO DI CITTADINANZA

E sul Reddito di Cittadinanza Tridico afferma: «Il Reddito di Cittadinanza è stato un fondamentale strumento di contrasto alla povertà, questo lo dicono tutte le organizzazioni statistiche, internazionali e nazionali, dalla Caritas fino all’ISTAT. Durante la pandemia il Reddito di Cittadinanza è arrivato a 4 milioni di persone che versavano in condizioni disagiate. È stato uno strumento che ha evitato periodi brutti, anche dal punto di vista sociale e civile. Nel biennio 2020/2022 l’INPS ha versato 65 miliardi in più di prestazioni, fra bonus, reddito di emergenza e cassa integrazione, in un contesto in cui già paga 300 miliardi all’anno di prestazioni a 42 milioni di utenti».

Intervista disponibile su RTL 102.5 Play: https://play.rtl.it/ospiti/1/pasquale-tridico-ospite-il-presidente-dell-inps-sabato-1-aprile-2023/ 


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