01 maggio 2021, ore 10:00
agg. 03 maggio 2021, ore 09:27
Alle 14:17 del primo Maggio 1994 la Williams del brasiliano si schiantava alla curva del Tamburello
Sono passati 27 anni ma il ricordo di Ayrton Senna, tre volte campione del mondo della formula 1, è più vivo che mai. Erano le 14:17 del primo maggio 1994, quando la Williams Fw-16 del brasiliano, al settimo giro del Gran Premio di Imola, partì per la tangente della curva del Tamburello, schiantandosi sul muro a bordo pista a circa 260 Kmh. Il puntone della sospensione destra anteriore, dopo la rottura nell'impatto, sfonda la visiera del pilota, causando dei gravissimi danni che si rilevano poi fatali per la vita. Trasportato in elicottero all'Ospedale Maggiore di bologna, Ayrton Senna viene decretato morto alle 18.40 senza aver mai più ripreso conoscenza dopo l’incidente. Restano le sue 41 vittorie, accompagnate da 65 pole position in 161 Gp disputati, ma soprattutto un'eredità sportiva immortale. Ancora oggi, a quasi 30 anni di distanza, il pilota brasiliano è nell'olimpo dei migliori di sempre, e da molti considerato stella irraggiungibile, da Fernando Alonso a Lewis Hamilton.
Tragico weekend
Il weekend del Gran Premio di Imola, terza prova del mondiale 1994, resterà nella storia come il più tragico di sempre. Durante le prove libere del venerdì, il brasiliano della Jordan Rubens Barrichello perde il controllo della sua vettura alla variante bassa, schiantandosi contro le reti di protezione e perdendo conoscenza. Un braccio ed il setto nasale rotto, praticamente nulla vista la dinamica dell'incidente. Il giorno dopo, durante le qualifiche del sabato, è il trentaquattrenne austriaco Roland Ratzenberger ad avere la peggio alla curva intitolata a Gilles Villeneuve. Una paratia dell’alettone anteriore della sua Simtek si stacca, facendogli perdere completamente l’assetto. L’incidente avviene ad una velocità registrata di 314.9 km/h contro il muretto esterno della curva, facendo rimbalzare la vettura fino all’interno del tracciato. I soccorsi sono tempestivi, ma l’impatto è troppo violento e a nulla servono i tentativi di rianimazione e il trasporto in elicottero all’Ospedale Maggiore di Bologna, dove morirà poco dopo. Senna non avrebbe voluto correre la domenica, non se la sentiva. Dopo una notte insonne, decise poi di prendere parte a quello che sarebbe stato il suo ultimo Gran Premio. All'interno del suo abitacolo, dopo l'incidente, è stata trovata una bandiera austriaca. Senna l'avrebbe sventolata nel giro d'onore, in memoria di Ratzenberger, qualora avesse vinto quella corsa che, invece, lo ha portato via. Dalla Formula 1, ma non dall'amore della gente.