31 gennaio 2022, ore 12:30
I dati dell'Istat certificano il + 6,5% del Prodotto Interno Lordo Italiano; per il 2022 previsto un ulteriore aumento del 4%. Così in due anni avremmo recuperato tutto il terreno perso per la pandemia; ma occhio agli aumenti delle tariffe energetiche
L'ITALIA E' LANCIATA
Nel 2021 l’economia italiana è cresciuta del 6,5%. Lo certifica l’istituto nazionale di statistica Istat con i dati sul Prodotto Interno Lordo diffusi questa mattina. Per il 2022 si ipotizza una ulteriore crescita, almeno di 4 punti percentuali. Gli esperti fanno notare anche l’accelerazione nel quarto trimestre dell’anno scorso, con un + 0,6% rispetto ai mesi precedenti, che già erano andati bene. Su base annua gli ultimi tre mesi del 2021 hanno fatto segnare una crescita del 6.4%. I dati positivi sul PIL e la stabilità raggiunta al Quirinale con la rielezione del presidente Sergio Mattarella hanno dato una spinta alla borsa di Milano, che oggi sta vivendo una giornata di rialzo.
ITALIA MEGLIO DEGLI ALTRI
Nell’anno appena trascorso l’Italia ha fatto meglio di gran parte degli altri paesi europei. Il Prodotto Interno Lordo dell’Eurozona è aumentato del 5.2%, a fronte – ribadiamo- del 6.5% dell’Italia. A causa della pandemia, nel 2020 l’economia italiana aveva subìto un crollo di quasi il 9%. Ma la risalita è stata prepotente e se le previsioni verranno confermate l’anno prossimo avremo recuperato tutto il terreno perso. Anzi, saremmo avanti di quasi due punti percentuali. L’Istat sottolinea che l’andamento dell’economia di questi ultimi due anni è stata sulle montagne russe. In una nota dell’Istituto di Statistica si sottolinea che “usciamo da un biennio nel corso del quale il Pil ha avuto una variazione di 15 punti in 24 mesi. E' un fatto storico che non ha molti precedenti”. E la salita prevista per quest’anno dovrebbe ulteriormente far lievitare questo divario.
OCCHIO ALLE BOLLETTE
Il momento è buono e va sfruttato, senza perdere l'abbrivio. Certo, sulla situazione sembrano incombere gli aumenti delle tariffe energetiche, che si faranno sentire sulle imprese, oltre che sulle famiglie. Lo fa notare anche il ministro per la Pubblica Amministrazione Renato Brunetta, che nasce economista e che però mantiene un po’ di prudenza: “Per inflazione e caro energia il Governo è preoccupato, come lo sono l'Europa e il mondo. Non conosciamo ancora la gittata del fenomeno: potrebbero essere delle fiammate, delle bolle. Gli analisti sono divisi. Io credo che con la primavera, con la minore esigenza di energia e di gas, cali la pressione e calino anche i prezzi. Però bisogna controllare che non ci sia una pancia, una flessione momentanea nel processo di crescita. Se il +6,5 del 2021 da' un trascinamento molto consistente e ci porta oltre il 4%, verso il 4,5%, nel 2022, avremo avuto nel biennio un +11%, circa due punti in più di quello che abbiamo perso nel 2020, l'anno più tragico della pandemia"