Il sindaco di Milano Beppe Sala a RTL 102.5: “Nella proposta del centro sx manca la parte moderata”

Il sindaco di Milano Beppe Sala a RTL 102.5: “Nella proposta del centro sx manca la parte moderata” Photo Credit: Fotogramma
04 marzo 2025, ore 12:00
Su Conte: “Abbia pudore”
Beppe Sala, sindaco di Milano, interviene su RTL 102.5 in "Beppe Sala a tutto campo", la nuova rubrica della prima radiovisione d’Italia per commentare i principali temi di attualità. Ogni mese, all’interno di “Non Stop News”, il sindaco di Milano affronterà insieme a Enrico Galletti, Giusi Legrenzi e Massimo Lo Nigro, le ultimissime notizie.
L’INCONTRO FRA TRUMP E ZELENSKY ALLA CASA BIANCA
«C’è da dire che è una brutta situazione, però può essere anche un’occasione per l’Europa per darsi una sveglia e cambiare modalità operativa. Per esempio, il fatto che in Europa non si possano prendere determinate decisioni se non all’unanimità non funziona più. Certo, nessuno di noi si immaginava dieci anni fa delle situazioni come quelle che abbiamo visto e c’è un fatto di forma: non siamo abituati a questa arroganza e maleducazione. Poi c’è la sostanza: sento dire da qualcuno in Italia “Ma sì, infondo i dazi magari anche le nostre aziende trovano la loro modalità di reagire” ma non è così. Le nostre aziende pagheranno un prezzo enorme, ma soprattutto il nemico degli Stati Uniti è la Cina e i dazi sono molto rivolti alla Cina. I cinesi sono abituati a produrre e ad andare a pieni giri e questa è la loro forza. Loro continueranno a produrre e dove esporteranno? In Europa, con un dumping a prezzi più bassi, quindi per noi è un doppio danno. Lo vedo molto molto rischioso».
IL RAPPORTO CON PIANTEDOSI E I REATI PREDATORI
«Innanzitutto ci tengo a dire che con Piantedosi c’è un rapporto solido e posso e voglio dare onore a un ministro che comunque, anche se su tante cose posso non vederla come lui, ogni due mesi è a Milano e si impegna. È chiaro che i dati danno una riduzione della criminalità a Milano, ma c’è un fenomeno che ci preoccupa molto ovvero i reati predatori, i “piccoli scippi” e quell’idea che ci sia meno sicurezza, associata al fatto che, ed è oggettivo, l’età media di chi commette crimini si sta abbassando. Si fanno soprattutto due cose: la prima è mettere ancora più gente e mezzi sulle strade; Piantedosi ieri ha promesso che metterà, per esempio, una nuova unità mobile, immaginate un van della polizia che ha all’interno strumentazioni adeguate con altre auto, e presidieremo per un periodo specifico, come un mese, alcuni quadranti delicati. La seconda cosa è che ho approfittato per chiedergli un po’ di soldi, ma per far che? Il Comune di Milano ha 2100 telecamere, abbiamo in programma di acquistarne altre 100 e di rinnovarne 200, ma ne servono di più. I cittadini sono sensibili all’illuminazione, che dà sicurezza, e al fatto che ci siano delle telecamere che funzionino. Questo è logico. Poi un’altra cosa che ho detto al ministro è stata: “Guarda che io sto facendo la mia parte. Da quando ho iniziato il secondo mandato avevamo 2800 vigili, abbiamo fatto 750 assunzioni. Tenendo conto che una parte di questi escono, oggi siamo a 3100”. Quindi, confermo l’obiettivo di arrivare a 3350 vigili urbani per strada, un numero mai visto a Milano. Poi, permettetemi, stiamo veramente cambiando approccio, stiamo portando quanti più possibili vigili per strada, di sera e di notte. Io, ovviamente, sono del mestiere, lo so e lo vedo. Ma sono convinto che, pian piano, lo stanno vedendo anche i cittadini. Detto ciò, non mi sono mai permesso di dire che la sicurezza non è un problema, perché ogni tanto qualcuno mi mette in bocca cose che non ho detto. È un tema, però lo si risolve con le azioni, non a parole».
UNA NUOVA FORZA MODERATA
«Oggi dico che la proposta del centro-sinistra è sostanzialmente più per la sinistra, fatta dal PD, dal Movimento 5 Stelle e da Bonelli e Fratoianni. Ne parlo con rispetto ma questo è quello che è nell’immaginario collettivo. La parte più moderata è più frammentata, non ha una dimensione che, a mio giudizio, meriterebbe di avere per dare un contributo ad un programma che accolga istanze più larghe della popolazione. Io dico che guardo con attenzione a tutto ciò, poi ho ancora due anni. Bisogna che si metta in campo un nucleo di persone di esperienza che insieme, con generosità, trovino la via. Non è semplice, ma credo che sia l’unica possibilità».
SALVA MILANO E L’ATTACCO DI CONTE
«Io non mollo, soprattutto a tutela dei funzionari e dirigenti che lavorano con me, che sono indagati e non sono accusati di corruzione. È chiaro che non posso dire che un filo scoraggiato lo sono, perché si parla da un anno in Parlamento di Salva Milano. Io sono e sarò sempre un politico anomale, abituato al fatto che ogni cosa a suo tempo, se una cosa la vuoi risolvere non ci metti un anno e non ci puoi mettere un anno. Da come vedo le cose, probabilmente al Senato non ci sarà un’approvazione e si tornerà alla Camera. Io chiedo solo chiarezza, mi pare che non siano compatibili con una risoluzione della cosa. Riguardo a Conte che dice “Tutto ciò non è in linea con i progressisti”, quindi in altre parole, lui è progressista e la mia stagione e di Giuliano Pisapia invece no, siamo stati degli sporchi reazionari. Vorrei ricordare a Conte, che noi italiani lo abbiamo conosciuto come primo atto perché ha fatto un governo con la Lega a due, u programma che non era esattamente progressista. La voglia di ribaltare la realtà c’è sempre, però, per cortesia, un po’ di pudore. La smetta di dare patenti e di dire chi è progressista e chi non lo è. Come lui si è presentato alla politica, si è presentato così. Siccome era 2018, non il 1940, sul fatto che fosse progressista, io qualche dubbio continuo ad averlo. Chiedo coerenza».
IL NUOVO STADIO DI SAN SIRO
«Facciamo una breve sintesi dell’ultimo anno. Prima delle scorse vacanze, abbiamo provato a convincere le squadre a ristrutturare San Siro, questa è verità storica. Ci hanno lavorato per alcuni mesi e ci hanno detto che non si poteva fare era troppo costoso. Ci hanno lavorato per altri mesi ed esattamente in novembre ci hanno detto di essere interessati all’acquisto di San Siro e delle aree. Da lì sono partiti dei tavoli tecnici perché bisogna esaminare una serie di cose come i vincoli acustici, la distanza dalle abitazioni, la mobilità, il verde. Quindi tavoli tecnici che, mi auguro, devono portare alla consegna di un’offerta che è da un alto economico-finanziaria e dall’altro spiega cosa bisogna fare. A quel punto, la prima cosa che la legge ci dice di fare è che, avendo l’offerta, dobbiamo comunque fare un bando. È chiaro però che la gara ha un presupposto, ovvero che quell’area deve essere dedicata al calcio. La seconda cosa che ci dice la legge è che si può partire con una trattativa privata per allineare il tutto. Quindi, se così sarà e oggi arriverà questa offerta, io la esaminerò e la riferirò al Consiglio Comunale. Dopodiché, se tutto funziona, ci sarà un bando per 30/45 giorni, poi si tratterà con le squadre. L’obiettivo è cedere, quindi vendere, lo stadio e le aree alle squadre per le vacanze, entro luglio. Fino alle Olimpiadi non succede nulla, perché vi ricordo che lì a febbraio 2026 ci sarà l’inaugurazione dei Giochi Olimpici. Poi cominceranno a costruire un nuovo stadio di fianco a San Siro, ci vorrà qualche anno, e quando sarà pronto, rigenereranno il vecchio San Siro, vedremo come nella loro proposta. Ergo, il vecchio San Siro è destinato a vivere, a mio giudizio, almeno fino al 2030».
L’ARRESTO DI STEFANIA NOBILE E DEL SUO EX
«Non c’è molto da dire, però è chiaro che io sono a favore del fatto che le regole vadano rispettate. Non sono tempi i cui può prevalere nessun atteggiamento buonista. Quindi presunzione di innocenza, ma allo stesso tempo la legge deve fare il suo corso. Avanti così».
LO SMOG
«La situazione non è buona, è chiaro che non possiamo accontentarci del fatto che, rispetto a 10 anni fa, il PM10 è quasi dimezzato. Non possiamo accontentarci. La situazione non è ancora buona. Diciamo la verità, molto dell’inquinamento è legato alle auto, c’è anche il riscaldamento degli immobili e dei palazzi, ma conto un po’ di meno. Sulle auto stiamo continuando a fare delle azioni, per questo io mi sforzo di chiedere una mano anche ai miei concittadini. Nessuno è contro le auto, a volte mi imputano questa cosa. Come tutti, anche io ho un’auto e la uso, però bisogna imparare ad usarla il meno possibile per tre motivi: il primo è che inquina, non c’è dubbio; il secondo è che riduce i tempi della mobilità perché obiettivamente crea traffico; il terzo è che occupiamo molto spazio sulle nostre strade, molto spazio. Non è facile fare dei parcheggi a Milano, scavare e non è una città con strade grandi. Oggettivamente occupiamo molto dello spazio pubblico per parcheggiare le nostre auto, ci sta perché non ci sono alternative, ma il togliere le auto voglio solo dire che aiuterebbe anche da questo punto di vista».
LA SICUREZZA NELLE PERIFERIE
«Ci sono alcune zone un po’ più critiche, agli onori della cronaca sono saliti recentemente Corvetto e San Siro. Però ci sono davvero molte aree che hanno visto in questi anni un miglioramento. Io da vecchio milanese, mi ricordo Via Padova quando c’era un presidio continuo di camerette dei militari perché era veramente una zona estremamente difficile. Oggi non è diventato il paradiso, ma io sostengo che è migliorata, rendendola viva, portandoci campi sportivi, presidiandola, recuperando del verde. È un lavoro infinito e per chi mi succederà, ormai mancano un paio d’anni, è un lavoro che non finisce mai. Bisogna continuare ad avere a cuore la cosa».
LA CARICA DI PRESIDENTE DELLA LOMBARDIA
«Io sono interessato a tutto. Ho voglia di lavorare e di fare le cose. È chiaro che, aldilà del mio interesse che può contare zero, se non ci sono le condizioni o la possibilità per me non è che mi sparo un colpo, ho tanti interessi nella vita. Dopo undici anni nella politica è chiaro pensare che continui a dare qualcosa in più. Non voglio aprire il libro “cuore”, ma guardate che per me è anche molto dare, fare delle scelte diverse nella vita, anche con la mia esperienza manageriale, ma non sono interessato. Sono più interessato a continuare questa attività pubblica, se si riesci. Se non si riesce, amen».