16 gennaio 2025, ore 11:00 , agg. alle 11:58
Beppe Sala, sindaco di Milano, interviene a tutto campo sulle ultime notizie di attualità in collegamento a RTL 102.5 nel corso di Non Stop News con Enrico Galletti, Giusi Legrenzi e Massimo Lo Nigro.
Beppe Sala, sindaco di Milano, interviene a tutto campo sulle ultime notizie di attualità in collegamento a RTL 102.5 nel corso di Non Stop News con Enrico Galletti, Giusi Legrenzi e Massimo Lo Nigro.
SICUREZZA E VIOLENZE SESSUALI
«Il problema c’è da sempre e in questa fase è più intenso. Bisogna capire se ci sono nuove modalità. Penso alle vicende di Capodanno, io non ho commentato per un po’ di giorni perché volevo capire. Non sappiamo se si tratta, come qualcuno dice, di questo fenomeno che in arabo si definisce “Taharrush gamea”, queste molestie collettive. Che sia così o meno, è chiaro che sono situazioni che vanno represse e controllate. Sulla sicurezza tutti polemizzano e pochi fanno. Quello che sto cercando di fare è di fare assunzioni massive di vigili. Il mio mandato finirà con un record storico di presenza di vigili a Milano. La sicurezza è un tema di Forze dell’Ordine, di Prefetto e di Questore. Quando il Prefetto mi ha detto, prima di Natale, “Facciamo le zone rosse?”, ho pensato “Proviamo, nessuno la bacchetta magica ce l’ha”. Quindi le abbiamo fatte e poi altro succede. Io voglio essere esplicito: la sicurezza è un diritto e tutto quello che si può fare, si farà. Ripeto, bisogna porre attenzione a nuovi fenomeni che si stanno sviluppando e che ovviamente ci preoccupano».
IMMIGRAZIONE: “ABBIAMO BISOGNO DI IMMIGRAZIONE, SERVE FARSENE UNA RAGIONE”
«Sarebbe un discorso lungo che non possiamo approfondire in un minuto. Il punto è, e lo dico a tuti i miei concittadini, noi dell’immigrazione, e dobbiamo farcene una ragione, ne abbiamo bisogno. Nella nostra bella vita, quando andiamo al ristorante, chi sta dietro le cucine? Quando cerchi un infermiere, quando cerchi una badante, quando hai lavori in casa? Mettere tutto insieme non va bene. Il punto è che ciò non deve portare alla rinuncia di vivere in una realtà in cui la gente si sente sicura. Dopodiché, Elly Schlein ha ragione su un punto: non si può attribuire tutto al tema immigrazione e che la destra soffia sul fuoco a questo da sempre. Sono nove anni che sono sindaco, me ne sono fatto una ragione. Alla fine è sempre colpa del sindaco, ma io sono qui a impegnarmi perché capisco e non vivo sulla luna. Quando vado al bar, la gente mi parla di sicurezza, mi parla di stadio e se questo è il sentimento chi fa il sindaco deve essere pronto ad ascoltare e a fare delle cose».
LA VICENDA DI RAMY: “I CARABINIERI HANNO SBAGLIATO”
«Gli immigrati non si integrano bene a Milano, mi posso dire che quando si parla di periferie, a parte che molto spesso parla gente che non ci è neanche mai andata, c’è stato un grande miglioramento in tanti luoghi periferici. Corvetto è uno e San Siro è un altro su cui dobbiamo ancora lavorare e ne siamo assolutamente consapevoli. Quindi, tutto non è apposto. La faccenda Ramy però spiega e dice tante cose: il malessere che si cova in certe parti della città, dall’altro guardate la reazione del padre di Ramy, che è veramente incredibile. Quel ragazzino, che non sarà stato come nessuno di noi un santo, aveva la bandiera dell’Italia in camera. Ora, stiamo veramente attenti a creare queste categorie perché sennò non andiamo da nessuna parte. Io sono ancora meravigliato dalla continua reazione del padre di Ramy e dalla continua capacità di stare dalla parte giusta. Detto ciò, che ci sia da lavorare è assolutamente certo. Dopo aver visto il video, mi sono fatto l’idea che giustamente, come dice il papà di Ramy, non dobbiamo andare addosso ai carabinieri. Ci sono i carabinieri che sbagliano e c’è il grosso di carabinieri che fa le cose giuste. Lì hanno sbagliato, hanno fatto un inseguimento notturno di venti minuti e, in ogni caso, le parole di quel video sono inaccettabili. È abbastanza evidente. Rispetto a tutto ciò, dobbiamo anche riconoscere che le forze dell’ordine fanno fatica tutti i giorni per cercare di garantire la nostra sicurezza».
IL LIMITE DI DUE MANDATI: “D’ACCORDO CON ZAIA E DE LUCA, NO AL LIMITE”
«Sono d’accordo con Zaia e con De Luca. Questo limite di due mandati non dovrebbe esserci per i sindaci. In Europa, nessun Paese ha limiti di mandati per i sindaci, ad eccezione del Portogallo, che ha tre mandati. Noi due, dobbiamo sempre essere speciali? Poi ci vengono a dire che c’è un’eccessiva concentrazione di potere. Tu hai il consiglio comunale, il consiglio regionale, hai organismi di controllo, hai i giudici, hai la Corte dei Conti e poi hai il supremo controllare, che è l’elettore. Non va bene, per cui ha ragione Zaia: prendere lezioni da chi da trent’anni sta in Parlamento anche no. Io sono un cultore di James Bond e c’è uno dei film, interpretato dal mitico Sean Connery e in cui c’è Kim Basinger, il cui titolo è “Never say never again”, ovvero “Mai dire mai”».
SCUDO PENALE PER GLI AGENTI: “UNA SCIOCCHEZZA”
«Gli agenti devono essere pagati meglio, formati meglio e protetti meglio, ma non a livello legislativo. Io penso che sia veramente una sciocchezza. Ripeto, comincino a trattarli meglio e a pagarli meglio, mi sembrerebbe già una grande cosa».
DIVIETO DEL FUMO: “ABBIAMO DATO LE PRIME MULTE, MILANO SU QUESTO è PIONIERA”
«Io credo innanzitutto che nelle nostre economie moderne, il vero tema è la riflessione su dove finiscono i miei diritti e dove iniziano i tuoi diritti. La domanda che io vi pongo è: il non fumatore ha diritto di non vedersi fumare addosso e quindi di subire un fumo passivo? Io penso di sì. Poi sia chiaro, noi qualche multa la stiamo dando, ma è anche un fatto culturale e chi mi dice “Eh ma poi i vigili devono dare le multe”, beh sì certo per chi fuma, per chi non raccoglie le deiezioni dei cani… Non è semplice, quindi noi continueremo a dare delle multe, ma ripeto, è un fatto culturale e sono contento che i medici si stiano schierando dalla nostra parte. Siamo pionieri in questa cosa, insomma io sono vecchio ma una volta immaginare di non fumare in un ristorante, in aereo o al cinema era una follia. Pian piano ci si arriva, quindi andremo avanti. Mi pare una campagna giusta».
COSA VA E COSA NON VA A MILANO
«A Milano va il fatto che siamo diventati una grande città internazionale e ciò porta reputazione e lavoro. Abbiamo fatto un grande record nel turismo. La gente comincia a dire che ci sono troppi turisti, ma io avevo visto anni fa che l’economia classica sarebbe andata in crisi. Stiamo cercando formule per dare lavoro a chi ne ha bisogno e disoccupazione a Milano non c’è. Cosa non va, invece, è che questo successo si è trascinato il fatto che i costi sono aumentati. Per esempio, è chiaro che il tema della casa è centrale. Da un alto, abbiamo lanciato un piano casa che prevede altri diecimila nuovi appartamenti di edilizia, che non vanno sulla fascia bassa bassa, dove oggi noi abbiamo sessantamila appartamenti, ma sulle giovani famiglie, su chi non ha ancora una solidità economica ma vuole vivere a Milano. Però, i costi li controlli fino ad un certo punto. Il problema è che vanno aumentati gli stipendi, io comincerei, francamente, dal mondo del pubblico, quindi insegnamenti, forze dell’ordine pubblico e infermieri. Anni fa, io avevo lanciato non una provocazione, ma un’osservazione di buon senso, ovvero che per un insegnante, con lo stesso stipendio, è molto più difficile vivere a Milano che in altre realtà e non sto a specificare. Devo dirvi che se la sono presa tutti con me. Io parlo di un problema e, siccome a me i problemi piace affrontarli, questo è un tema. Quindi, io credo che sia urgente lavorare sulla questione stipendi, iniziando dal settore pubblico. Su questo, io sono assolutamente certo. Le risorse non ci sono, si trovano. Anche noi abbiamo difficoltà, tutti hanno difficoltà, però questo è urgente per il bene di realtà come Milano».
SOSTENIBILITÀ
«Non c’è un'unica misura. Noi sul tema del riscaldamento, perché tante volte si dice che è tutto un problema di riscaldamento, possiamo dire che non c’è più un edificio pubblico a Milano che funziona a gasolio. Lì si è fatto un percorso, quello che ancora non funziona è che il numero di macchine per cento abitanti non scende. C’è ancora troppa abitudine ad usare la macchina, ed è di nuovo quasi un fatto culturale. All’estero, a Parigi o a Londra, si prendono i mezzi pubblici con più facilità: la gente ha meno problemi, è me no resistente. Da noi si fa ancora un po’ fatica. Ciò nonostante, quella è la via e noi andremo avanti. Adesso, avendo completato la M4, per portare la M1 fino a Baggio, la M5 fino a Monza e la M4 fino a Segrate, ci vorranno anni, sia chiaro. La principale via è quella, o si riduce il numero di auto circolanti o non si fa nulla. Zona 30 davanti alle scuole è quello che possiamo fare, perché per il resto non possiamo fare. Confermo che dalla primavera avremo 450 taxi in più a Milano e a febbraio chiudiamo il quadrilatero al traffico privato, sia chiaro non diventa pedonale ma i taxi, MCC e residenti continueranno a passare. Quindi, consapevole del fatto che non c’è una misura che cambia tutto, ma una serie di misure e noi non molliamo su niente. Per l’Area C nel weekend, abbiamo ancora un po’ di problemi tecnici, andremo avanti, ma senz’altro non sarà una cosa da domani mattina».