Il Vaticano scomunica le “suore dei cioccolatini”: le monache clarisse dovranno abbandonare il loro convento
Il Vaticano scomunica le “suore dei cioccolatini”: le monache clarisse dovranno abbandonare il loro convento Photo Credit: Instagram: @tehagoluz
25 giugno 2024, ore 10:00
Aperta la disputa legale con la Santa Sede che accusa le religiose spagnole di scisma e ha già proceduto alla scomunica. Presto lo sfratto dal loro monastero di Belorado
A pochi giorni di distanza dall’accusa di scisma rivolta a monsignor Carlo Maria Viganò, un nuovo caso impegna il Vaticano: un gruppo di suore clarisse spagnole, diventate celebri mediaticamente come le “suore dei cioccolatini” verranno sfrattate dal loro monastero con scomunica qualora non rinuncino alle loro tesi che, in sostanza, vanno in netto conflitto con il diritto canonico riconosciuto dalla Santa Sede.
Lo scisma
A causare la scomunica l’annuncio, qualche settimana fa, intorno alla metà di maggio, dello scisma da parte delle religiose: un Manifesto cattolico di 70 pagine con la decisione di mettersi sotto la giurisdizione di Pablo de Rojas Sanchez-Franco, fondatore della Pia Union de Santi Pauli Apostoli (una setta che non riconosce il Concilio Vaticano II), già scomunicato a sua volta nel 2019.
Dopo averle ammonite, l’arcivescovo di Burgos ha mandato un ultimo avviso: le suore devono abbandonare il monastero di Belorado, dove attualmente vivono, entro un breve lasso di tempo. A motivare la scelta in conferenza stampa monsignor Mario Iceta, "commissario pontificio" dei complessi monastici di Belorado (Burgos), Orduna (Vitoria) e Derio (Biscaglia), plenipotenziario incaricato dalla Santa Sede per dirimere il caso. Iceta ha sostanzialmente dato alle monache il tempo per fare le valigie. L’ordine di sfratto sarà esecutivo, fa sapere, "nei prossimi giorni". "Sono loro che hanno deciso di abbandonare la Chiesa cattolica, non sono state cacciate. Va ricordato che proprietà e immobili sono beni ecclesiastici", ha spiegato il prelato.
La disputa legale
“Speriamo si rendano conto che, non essendo più religiose, non possono restare nel monastero”, ha aggiunto monsignor Iceta. Eppure le suore non sembrano voler rinunciare a quella che finora è stata la loro casa, forti anche di una certa fama mediatica (sui social, con l'account "@tehagoluz" sono note come le “suore dei cioccolatini”, diventate celebri proprio per i dolcetti prodotti). Qualora rifiutassero di allontanarsi, verrebbero messe in atto azioni legali per costringerle allo sgombero.
Oltre ai motivi strettamente religiosi, a fomentare la disputa legale ci sarebbe anche il tentativo di vendita di un altro monastero, quello di Derio: le clarisse avrebbero tentato così di ottenere le entrate necessarie per portare avanti il loro convento. Le suore, in sostanza, contestano la proprietà degli immobili: secondo loro apparterrebbero alla nuova comunità religiosa da loro composta che non si riconosce nei valori del Vaticano. La Santa Sede, al contrario, ribadisce il diritto di disporre come vuole di quello che considera un proprio bene.
Appena tre settimane fa, appreso dei provvedimenti allo studio della Santa Sede, la badessa, suor Isabel de la Trinidad, ha denunciato monsignor Iceta alla polizia per abuso di potere, usurpazione della rappresentazione legale e violazione del diritto di associazione. Venerdì scorso, allo scadere dell'ultimatum ricevuto dall'arcivescovo per spiegare la loro posizione davanti al Tribunale ecclesiastico, le suore non si sono presentate. La loro risposta è arrivata prima via fax, poi attraverso il loro popolare profilo su Instagram, usato per confermare la "irreversibile e unanime" decisione di abbandonare la Chiesa di Roma. Sarà il tribunale, attualmente impegnato nello studio delle carte processuali presentate dalle parti, a decidere.