Il Vicepresidente di Confindustria Brugnoli in diretta su RTL 102.5: "Il post in fabbrica è un progetto di 4 anni fa a cui hanno aderito moltissime imprese e creato molti posti di lavoro"

Il Vicepresidente di Confindustria Brugnoli in diretta su RTL 102.5: "Il post in fabbrica è un progetto di 4 anni fa a cui hanno aderito moltissime imprese e creato molti posti di lavoro"

Il Vicepresidente di Confindustria Brugnoli in diretta su RTL 102.5: "Il post in fabbrica è un progetto di 4 anni fa a cui hanno aderito moltissime imprese e creato molti posti di lavoro"


Gianni Brugnoli è stato ospite questa mattina su RTL 102.5 nel programma Non Stop News condotto da Giusi Legrenzi ed Enrico Galletti


“Il post in fabbrica è un progetto nato 4 anni fa, abbiamo avuto la lungimiranza di portare alla platea dei very normal people l’esigenza del mondo imprenditoriale, di quanto l’industria ha bisogno di una qualifica e di una formazione costante per la propria competitività e per far crescere il benessere del paese”. Così il vicepresidente di Confindustria racconta il successo della rubrica ‘Il Post in fabbrica’ in onda su RTL 102.5 tutti i mercoledì alle 7.45.

Tante le imprese che hanno partecipato al progetto e molti i posti di lavoro creati: “Sono state 137 le imprese che sono venute al Post in Fabbrica, hanno dato disponibilità per assumere 4400 persone, ne hanno assunte oltre 700 e sono arrivati più di 40000 curricula. Le imprese cercano figure costantemente in cambiamento perché l’evoluzione dei mercati è così, quindi la competenza deve essere al passo del contesto internazionale”.

“Stiamo cercando di connetterci sempre di più con il mondo della scuola, dialogando con loro, il fatto dell’alternanza di scuola-lavoro cioè proprio in questo momento che sono state depotenziate, era un inizio di un percorso di collaborazione nei confronti delle scuole dei ragazzi e dei formatori. Continua Gianni Brugnoli spiegando dell’importanza dell’alternanza scuola-lavoro: “Questo progetto comprendeva tutto, far venire i ragazzi nelle imprese, così capiscono cosa vuol dire lavorare in team e vedono come cambia il modo di lavorare all’interno delle industrie manifatturiere”.

“L’anno scorso, in un anno pandemico dove il pil è arretrato dell’8,8% le aziende italiane non hanno trovato 80.000 figure altamente qualificate, vuol dire che la fame di lavoro nelle imprese c’è e in maniera importante. Quest’anno che sarà un anno di rimbalzo, la domanda è dove troveremo le figure altamente qualificate? C’è il rischio di una cannibalizzazione delle persone competenti. Dobbiamo alzare il livello medio della qualità della formazione e che sia costante”.

“Dove c’è tanta richiesta ci sono poche persone disponibili e dove ce ne sono meno c’è più disponibilità e anche qui le competenze non sono sempre allineate” – spiega il presidente di Confindustria – “Lo sforzo per i giovani e le loro famiglie è quello di essere curiosi e cercare di mettersi in gioco e andare ad intercettare le opportunità anche se ci si deve trasferire”.


Accordo sul blocco dei licenziamenti

“È stato un unicum a livello internazionale, credo che bloccare la possibilità di ristrutturazione di un’azienda sia un momento limitativo, vediamo se ci sarà questo sblocco dei licenziamenti con un numero importante. Dove c’è competenza e dove ci sono imprese virtuose si assume costantemente”.


La formazione della scuola

“L’alternanza scuola-lavoro è un importante momento di contatto della scuola con il mondo del lavoro: le aziende fanno vedere loro cosa potrebbe essere il loro futuro. I formatori devono essere nostri partner per far capire ai ragazzi cosa vuol dire il mondo imprenditoriale”.


La formazione nelle imprese

“Le imprese qualificano il proprio personale se no sanno che hanno un gap competitivo da lì a qualche anno: la grande impresa è strutturata con un’academy interna, la piccola impresa lo fa in maniera un po’ più semplice”. “Bisogna adeguare costantemente il personale e la propria formazione, investendo tanti denari. Le imprese in questo momento stanno supplendo alla carenza dovuta al sistema educativo che non è così allineato alle nostre esigenze”.



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