Il virologo americano Fauci contro il presidente Trump, il coronavirus non è nato in un laboratorio cinese

Il virologo americano Fauci contro il presidente  Trump, il coronavirus non è nato in un laboratorio cinese

Il virologo americano Fauci contro il presidente Trump, il coronavirus non è nato in un laboratorio cinese


Il presidente Trump e il segretario di Stato Pompeo hanno apertamente accusato Pechino, che nega ogni addebito

L'origine del coronavirus, che ha già infettato milioni di persone nel mondo, non è ancora del tutto nota. Uno dei punti fermi, fino a ora, è il mercato umido di Wuhan, dove si vendono animali vivi, che sembra essere il luogo in cui il virus ha fatto un salto di specie dal pipistrello all'uomo. Tutto però è stato messo di nuovo in discussione dalle parole del presidente americano, Donald Trump, e del suo Segretario di Stato, Mike Pompeo. Secondo i due, che hanno detto di essere in possesso di prove, il virus sarebbe nato in un laboratorio di ricerca di Wuhan e da lì sarebbe sfuggito in circostanze da chiarire. Ma il virologo Anthony Fauci, consulente della Casa Bianca per la pandemia, non ci sta.

L'opinione di Anthony Fauci 

Anthony Fauci è uno dei virologi con l'h-index più alto al mondo. Il punteggio combina una media tra le pubblicazioni dei ricercatori e le volte in cui sono stati menzionati in studi scientifici e rende l'americano credibile ai massimi livelli. Ebbene, Fauci sostiene oggi, in un'intervista a National Geographic, che non ci siano assolutamente prove che il virus possa essere stato creato in un laboratorio della Cina. Il virologo sostiene che la provenienza da un pipistrello e il salto di specie siano del tutto credibili. Non è la prima volta che tra Trump e Fauci ci sono divergenze di opinioni e screzi e il capo della Casa Bianca è stato anche sul punto di licenziare l'esperto. Dello stesso parere di Fauci sono anche l'Organizzazione Mondiale della Sanità e la comunità scientifica internazionale. Per ora le prove che sarebbero in possesso degli Stati Uniti, non sono note. Pechino respinge con forza ogni accusa. 

Lo studio sui pipistrelli

Il fatto che pericolosi virus possano arrivare dai pipistrelli viene studiato da tempo. In Cina, Shi Zhengli è una scienziata chiamata proprio donna pipistrello perché da sedici anni va a caccia di virus nelle caverne del suo Paese. La donna lavora nel Wuhan Institute of Virology, il laboratorio al centro delle attenzioni americane. Shi Zhengli preleva materiale biologico dai pipistrelli che trova appesi a testa in giù nelle grotte. In questo tipo animale ci sono più di cinquemila virus già conosciuti e alcuni sono pronti a scattare e a compiere il salto di specie. La scienziata è stata la prima ad analizzare i pazienti colpiti da polmonite, scoprendo che si trovava di fronte un coronavirus del tutto nuovo. 

Un virus che viene da lontano

Oggi, anche la prestigiosa rivista scientifica Nature si è schierata a favore dell'origine naturale del nuovo coronavirus. Citando ricerche recenti, il magazine, sul proprio sito, spiega che l'antenato dell'attuale virus si sarebbe formato 140 anni fa e poi si sarebbe sviluppato in modo continuo seguendo un complesso albero genealogico, che, oltre ai pipistrelli, coinvolge anche un altro animale, il pangolino. Il nuovo coronavirus, rispetto ad altri organismi analoghi, possiede alcune proteine che sono fondamentali per attaccare le cellule del corpo umano. Per evitare epidemie, suggerisce la rivista, processi di questo tipo vanno tenuti costantemente sotto controllo dagli scienziati.  


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