06 aprile 2022, ore 11:00
La sorella di Stefano Cucchi, Ilaria Cucchi, è stata ospite questa mattina durante “Non Stop News” con Giusi Legrenzi, Enrico Galletti e Massimo Lo Nigro
La sorella di Stefano Cucchi, Ilaria Cucchi, è stata ospite questa mattina durante “Non Stop News” e ha parlato delle condanne di due carabinieri a dodici anni per l’omicidio di suo fratello, della fiducia nelle istituzioni, della politica e del caso dei depistaggi.
LA PAROLA FINE SU UNA PARTE DI QUESTO CASO
“Sono ancora frastornata. Oltre dodici anni di vita sono tanti. La mia vita è cambiata per sempre, è stata stravolta. Ho dovuto prendere decisioni che mai avrei pensato, ma lo rifarei altre diecimila volte”, ha detto Ilaria Cucchi. “La cosa che mi sento di dire è che ne usciamo tutti sconfitti. Sicuramente è un grande momento, perché hanno vinto la verità e la giustizia, ma il prezzo che ho pagato io e che hanno pagato i miei genitori è stato troppo alto, e su questo invito tutti a riflettere. In questi anni ho capito che ho la capacità di non arrendermi mai. Quando si sa di essere nel giusto, quando non si accettano le ingiustizie e le ipocrisie bisogna andare avanti con tutte le proprie forze. A volte è veramente faticoso, ma alla fine ce l’abbiamo fatta”.
LA FIDUCIA NELLE ISTITUZIONI
“Diciamo che ho imparato che alla fine la giustizia è fatta dalle persone. Per gran parte di questi anni mi sono purtroppo scontrata contro istituzioni ostili. Poi c’è stata la svolta nel momento in cui doveva essere la pietra tombale della nostra vicenda, ovvero la sentenza d’appello del primo processo, quello che io definisco sbagliato dove venivano assolti tutti dopo tanti anni per insufficienza di prove”, ha raccontato la Cucchi. “Lì non è stato il nostro fallimento, ma quello della giustizia che dopo anni ed anni finalmente pronunciava la parola pestaggio. Stefano Cucchi non era morto di suo, non era caduto dalle scale, ma era stato pestato, solo che la giustizia non era stata in grado di individuare i responsabili. Quella è stata la vera svolta. Da lì abbiamo ricominciato. Ho avuto la fortuna di avere al mio fianco un avvocato fantastico, che è Fabio Anselmo, ma anche il dottor Musarò, senza il quale non saremmo qui. Oggi possiamo mettere la parola fine a questa triste vicenda”.
ILARIA CUCCHI E LE SCUSE DALLA POLITICA
“Mi risulta che l’onorevole Giovanardi continui a parlare di altre cause di morte nonostante l’evidenza. Io provo pena per lui”, ha detto Ilaria Cucchi. “Adesso chiaramente sono veramente stanca, non tanto per me ma per i miei genitori che di tutto questo si sono ammalati. Stefano Cucchi è stato ammazzato di botte, non è morto di suo, lo ha detto la Suprema Corte di Cassazione e quindi non voglio sentire niente di diverso. Non ho ricevuto scuse, direi di no. Comunque quello che voglio dire a proposito dell’informazione è che voi siete stati fondamentali, la nostra vera forza. Non si sono mai spenti i fari su questo caso e anche grazie a voi siamo andati avanti, quindi un ringraziamento tramite voi lo faccio a tutti i vostri colleghi”.
IL CASO DEPISTAGGI
“Non è finita, però, perché domani ci sarà un’altra sentenza altrettanto importante, quella sui depistaggi: perché se è vero che la nostra vita è finita nel momento in cui Stefano è morto massacrato di botte, è altrettanto vero che la nostra vita è stata devastata da coloro che adesso sono a processo e che, un istante dopo la morte di Stefano, hanno scritto nero su bianco quello che sarebbe stato il destino del nostro processo e di conseguenza delle nostre vite”, ha chiarito la Cucchi. “Ho estrema fiducia che anche su quella questione, che è altrettanto grave se non addirittura di più, verrà fatta giustizia domani”.
IL RAPPORTO DI ILARIA CUCCHI CON L’OPINIONE PUBBLICA
“Il rapporto con la gente è stato quello che mi ha dato la forza di andare avanti, perché c’è stato un momento in cui ho capito che le persone normali come me si riconoscono e si rivedono in me e nella mia famiglia”, ha raccontato Ilaria Cucchi. “Quotidianamente, da anni, incontro persone che mi fermano per strada e che mi danno la forza. Sapere che tante persone credono in noi mi ha dato la forza”.
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