27 gennaio 2021, ore 13:30 , agg. alle 15:32
I dati sono stati pubblicati oggi da Il Sole 24 Ore, il 59% ha bisogno di riqualificazione
Nel mare magnum dei problemi italici annoveriamo da oggi quello che campeggia sulla prima pagina del Sole 24 Ore. Il nostro paese ha quasi 13 milioni di adulti con un’istruzione bassa, cioè con un titolo equivalente alla terza media. Mentre ci stiamo strappando le vesti per il DAD lo studio dell’ Inapp, l’ Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubbliche, fotografa una realtà drammatica: uno su due dei 25-64enni è potenzialmente bisognoso di riqualificazione a causa di competenze obsolete.
I dati dell'indagine
E se queste competenze, per alcune fasce della popolazione ancora non lo sono, presto potrebbero diventarlo a causa del cambiamento tecnologico e dell’ innovazione in atto nel mondo del lavoro. Sintetizzando: non siamo messi per niente bene. Il rischio è quello di effetti pesanti su un tessuto produttivo in vista della ripartenza post pandemia.
Che cosa non ha funzionato?
Nel nostro paese ci si forma molto poco: al quota di adulti che partecipa ai percorsi è tra le più basse; siamo ad un modestissimo 24% contro il 52% della media Ocse e riguarda soprattutto gli occupati. Questi ultimi dichiarano di svolgere attività di formazione solo ed esclusivamente per motivi legati al miglioramento della carriera. Il campanello d’allarme è molto serio. Tra i 16 e i 65 anni, gli italiani con livelli molto bassi di istruzione sono 11 milioni, il 27,9% della popolazione. Numeri impressionanti anche perché si tratta di persone che riescono, con difficoltà, a leggere testi brevi su argomenti familiari, ma, soprattutto non sono in grado di associare testo e informazioni. Un quadro sconfortante sul quale si deve intervenire. Le cose non vanno meglio anche se si guarda un po’ più in alto.
I livelli di istruzione più alta
Tra i livelli di istruzione più elevata, per esempio, siamo in fondo alle classifiche. La popolazione di 25-64enni con un titolo di studio terziario, cioè con una laurea, è ferma al 19,6%. Il valore medio europeo è al 33,2%, quindi decisamente più alto. Il nostro paese non eccelle nemmeno nei numeri dei giovani laureati in discipline scientifiche, le più richieste oggi dal mercato del lavoro. Nel 2019, il 24.6% dei 25-34enni ha una laurea in queste discipline, e solo il 16,2% sono donne. L’unico sbocco per cambiare queste cifre è la formazione. Da noi, nonostante qualche progresso negli ultimi anni, la quota di adulti che partecipa ad attività di formazione è tra le più basse a livello internazionale. Fino a quando non ci sarà un’inversione di tendenza il rischio è che la situazione peggiori ancora.