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In Italia un adulto su quattro ha ridotte competenze cognitive, secondo un recente studio

In Italia un adulto su quattro ha ridotte competenze cognitive, secondo un recente studio

In Italia un adulto su quattro ha ridotte competenze cognitive, secondo un recente studio   Photo Credit: agenziafotogramma.it


13 marzo 2025, ore 16:30

Secondo il rapporto dell’Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubbliche (Inapp)- che, sulla base di un’iniziativa dell’Ocse, analizza le capacità cognitive degli adulti- in Italia uno su quattro ha capacità ridotte nell’uso di informazioni matematiche e il 46% non riesce a risolvere problemi in contesti dinamici.

L’indagine permette di fotografare la situazione del nostro Paese, così da individuare i possibili strumenti necessari per innalzare le preparazione della popolazione adulta, attraverso interventi di politica pubblica.


Disparità territoriali

Sono evidenti le disparità territoriali. Nel Nord-Est, infatti, il 13% della popolazione adulta ha difficoltà in tutte e tre le aree cognitive, mentre al Sud e nelle Isole la percentuale sale rispettivamente al 40% e al 46%. Le differenze tra le regioni del paese mettono in luce come la formazione e l’accesso alle risorse educative non siano distribuiti in modo uniforme, con il mezzogiorno che continua a registrare risultati inferiori alla media nazionale.
In aggiunta, il rapporto sottolinea come il sistema educativo italiano non abbia mostrato progressi significativi dal 2012 e come, anzi, si noti un peggioramento delle competenze in alcune regioni, particolarmente nelle aree meridionali, dove la lettura e le conoscenze matematiche hanno registrato importanti cali.

Complice anche l'invecchiamento della popolazione 

La causa di questo peggioramento sembra risiedere anche nel cambiamento demografico: l’invecchiamento della popolazione e l’aumento dei flussi migratori potrebbero aver contribuito al mancato incremento delle competenze a livello nazionale o al peggioramento riscontrato nel mezzogiorno, poiché immigrati e anziani rappresentano due gruppi di popolazione in cui le competenze, in accordo con i dati, tendono ad essere inferiori. Se la struttura demografica fosse rimasta invariata rispetto al 2012, i risultati sarebbero stati più positivi, con un miglioramento delle competenze nel Nord-Ovest e una stabilità nelle Isole. In particolare, le stime indicano che, nelle regioni del Sud, non ci sarebbe stato un peggioramento nella numeracy, ma una condizione di stabilità.

La comparazione con la media OCSE

L’Italia, nel contesto internazionale, non si pone in una buona posizione.
Nel nostro Paese il 35% degli adulti, tra i 16 e i 65 anni, ha ridotte competenze nella lettura e comprensione di testi contro il 26% della media OCSE. Tale percentuale, confermata anche per le capacità di utilizzo delle informazioni matematiche, che si attesta al 25% nella media OCSE, sale al 46% nelle capacità di risolvere problemi in situazioni dinamiche mentre, nella media OCSE, al 29%.
Analizzando i tre domini congiuntamente, quindi, il dato si attesta al 26%; 18% nella media “complessiva” OCSE.
I cosiddetti high performer, cioè le persone con alti livelli di competenze, nel nostro Paese sono significativamente meno numerose: il 5% nella lettura e comprensione dei testi, contro il 12% nella media OCSE, il 6% nell’utilizzo di informazioni matematiche, contro il 14% nella media OCSE e, infine, appena l’1% nella risoluzione di problemi in situazioni dinamiche, contro il 5% nella media OCSE.

Risoluzione delle criticità 

“L’indagine sulle competenze degli adulti, condotta dall’Istituto Inapp, evidenzia l’urgenza d’investire in istruzione e formazione per colmare le criticità emerse”, commenta Natale Forlani, Presidente dell’INAPP. “Serve il coinvolgimento di attori pubblici e sociali per costruire un’offerta formativa efficace, capace di potenziare le competenze, anche digitali, oggi indispensabili per affrontare con successo il mondo del lavoro e la vita sociale”, conclude.


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