In Liguria ristoranti aperti a San Valentino, chi viene identificato rischia una multa da 400 euro

In Liguria ristoranti aperti a San Valentino, chi viene identificato rischia una multa da 400 euro

In Liguria ristoranti aperti a San Valentino, chi viene identificato rischia una multa da 400 euro


14 febbraio 2021, ore 18:00 , agg. alle 11:29

I locali hanno fatto registrare un pienone, in tanti sono arrivati dalla vicina Francia

San Valentino non è tale se non si va a mangiare fuori. Proprio così. Per questo, oggi molte  persone hanno scelto di recarsi al ristorante, nonostante l’emergenza coronavirus. Nelle regioni gialle questo era consentito. Ma molti ristoranti della Riviera ligure di Ponente, soprattutto a Ventimiglia, hanno tenuto aperto nel giorno di San Valentino, nonostante l'intera Liguria sia stata collocata in 'zona arancione' con il  divieto di apertura per ristoranti e bar. I locali hanno fatto il pienone, soprattutto da parte dei clienti francesi che, non potendo celebrare la festa degli innamorati in Francia, hanno valicato la frontiera. Qualcuno si è spinto fino a Sanremo. A Ventimiglia un ristorante, del quartiere Marina San Giuseppe, ha addirittura cambiato nome, esponendo l'insegna in "Adesso Basta".


Ristoranti aperti in Liguria, parla il questore di Imperia 

"I ristoratori hanno avuto poco più di 24 ore per adeguarsi al passaggio da zona gialla ad arancione. Per questo, prevedendo la loro possibile protesta abbiamo cercato in tutti i modi di dissuadere. Il nostro intervento, comprese le polizie locali, c'è stato per numerosi casi e rappresenta una sconfitta per tutti". Così il questore di Imperia, Pietro Milone, in merito all'apertura massiccia dei ristoranti a Ventimiglia, e di un solo locale a Sanremo. Sono decine i clienti che vengono identificati, assieme ai gestori dei ristoranti, per i quali si profila una multa da 400 euro, ridotta a 280 se pagata entro 5 giorni. La massiccia presenza di francesi, giunti nella Riviera ligure di Ponente per festeggiare il San Valentino, si spiega col fatto che pur non potendo entrare senza tampone negativo, i controlli alla frontiera vengono effettuati solo a campione.


Allarme della Confcommercio, persi milioni di euro a causa delle restrizioni 

"La categoria è allo stremo. Ora bisogna coniugare lavoro e sicurezza. Abbiamo già perso 40 miliardi di fatturato. Non ci si rende conto che rischiamo di chiudere 60mila imprese, con 300mila persone a casa. Chiederemo un incontro al nuovo governo. Serve trovare un equilibrio tra salute e sicurezza: chi sbaglia chiuda, ma non può pagare un'intera categoria per i mancati controlli", così quest'oggi Roberto Calugi, direttore generale della Fine Confcommercio. 


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