In malattia fa un selfie con Salvini, licenziamento nullo, il tribunale ha condannato l'azienda al reintegro
In malattia fa un selfie con Salvini, licenziamento nullo, il tribunale ha condannato l'azienda al reintegro
03 febbraio 2021, ore 10:30
E' accaduto a Bologna, il dipendente ha vinto la causa ed è tornato al suo posto di lavoro dopo un anno
Cacciato un anno fa dall'azienda per cui lavorava a causa di un selfie 'galeotto', ora tornerà al suo posto grazie alla sentenza di un giudice. Il Tribunale civile di Bologna, sezione lavoro, ieri ha annullato il licenziamento e reintegrato un dipendente di una azienda bolognese di logistica, nonché rappresentante Rsa della Filt Cgil, Cristian Lanzi, 47 anni, che era stato allontanato dopo avere partecipato a una manifestazione della Lega a Minebio (Bologna), durante la quale si era fatto un selfie con il leader Matteo Salvini, mentre era in malattia.
La sentenza
Il giudice Maurizio Marchesini ha accolto infatti il ricorso presentato dagli avvocati del 47enne, Gabriele Cazzara, Francesco Alleva e Ugo Lenzi, stabilendo inoltre di corrispondergli un anno di mensilità, oltre al pagamento di contributi, interessi e quasi 12mila euro di spese legali. Cristian Lanzi, noto sindacalista della Cgil, residente a Granarolo, dal 2 ottobre 2019 era in malattia con prognosi fino al 6 dicembre. E il 18 novembre decise di andare a Minerbio, alle 15, per vedere Salvini, che proprio quel giorno cambiò la sua agenda all'ultimo minuto per visitare uno zuccherificio. Prima un saluto e poi un selfie con il leader del Carroccio, che però venne ripreso da una tv locale e visto dai suoi datori di lavoro.
Il licenziamento
Poi il 22 gennaio 2020, a pochi giorni dal voto per le elezioni regionali, Lanzi venne licenziato. I datori di lavoro parlarono di "grave infrazione alla disciplina" e di "violazione dei doveri di fedeltà, buona fede e correttezza". Quella foto sorridente, inoltre, "indispetti' non poco anche i suoi colleghi, soprattutto in considerazione della sua carica di Rsa". "Il selfie - spiega uno dei suoi legali, Francesco Alleva - fu scattato alle 16.10, fuori dall'orario di reperibilità che, per i dipendenti privati al pomeriggio va dalle 17 alle 19. Ma, a parte questo, considerando il suo tipo di malattia, era stato lo stesso medico a consigliare al nostro assistito di uscire all'aperto, fuori dall'orario di reperibilità. Diciamo che come Rsa della Cgil - ha aggiunto l'avvocato - in passato aveva già dato 'fastidio' all'azienda. E' stato un licenziamento di natura politica, e questo è emerso anche in udienza". Il legale del 47enne, spiega infine che ora procederà per danni contro la trasmissione di una tv nazionale, che definì Lanzi come un "furbetto" e "malato immaginario".