14 marzo 2024, ore 14:58 , agg. alle 15:11
Il volume si chiama "Life-la mia storia nella Storia". "Nel caso di un grave impedimento fisico mi farei chiamare semplicemente vescovo emerito di Roma", afferma il Pontefice
"Qualcuno era più interessato alla politica, a fare campagna elettorale, pensando quasi a un nuovo conclave. State tranquilli, è umano, non c'è da scandalizzarsi! Quando il Papa è in ospedale, di pensieri se ne fanno molti, e c'è anche chi specula per proprio tornaconto o per guadagno sui giornali. Per fortuna, nonostante i momenti di difficoltà, non ho mai pensato alle dimissioni": lo ha affermato il Santo Padre nella sua autobiografia "Life - la mia storia nella Storia", come riporta anche l'agenzia "Ansa", di cui Il Corriere della Sera è il primo quotidiano al mondo a pubblicarne degli stralci. Il libro, che uscirà martedì prossimo, il 19 marzo, edito da Harper-Collins, è stato scritto con Fabio Marchese Ragona, vaticanista di Mediaset e suo amico personale.
"Da giovanissimo mi innamorai di una ragazza"
"Mi ha addolorato vedere, negli anni, come la figura di Ratzinger Papa emerito sia stata strumentalizzata con scopi ideologici e politici da gente senza scrupoli che, non avendo accettato la sua rinuncia, ha pensato al proprio tornaconto e al proprio orticello da coltivare, sottovalutando la drammatica possibilità di una frattura dentro la Chiesa". Poi la tenera confessione, "Ho avuto una fidanzata e mi innamorai di un’altra ragazza, ma Dio ha prevalso. Una rinuncia? Ipotesi remota".
"Non mi farei chiamare Papa emerito"
"Penso che il ministero petrino sia ad vitam e dunque non vedo condizioni per una rinuncia. Le cose cambierebbero se subentrasse un grave impedimento fisico, e in quel caso ho già firmato all'inizio del pontificato la lettera con la rinuncia che è depositata in Segreteria di Stato. Se questo dovesse succedere, non mi farei chiamare Papa emerito, ma semplicemente vescovo emerito di Roma, e mi trasferirei a Santa Maria Maggiore per tornare a fare il confessore e portare la comunione agli ammalati. Ma questa è un'ipotesi lontana, perché davvero non ho motivi talmente seri da farmi pensare a una rinuncia. Qualcuno negli anni forse ha sperato che prima o poi, magari dopo un ricovero, facessi un annuncio del genere, ma non c'è questo rischio: grazie al Signore, godo di buona salute e, a Dio piacendo, ci sono molti progetti ancora da realizzare".
La sua posizione sull'aborto
Nella sua autobiografia Francesco affronta anche il tema dell’aborto: "Dobbiamo difendere sempre la vita umana, dal concepimento fino alla morte; non mi stancherò mai di dire che l’aborto è un omicidio, un atto criminale, non ci sono altre parole: significa scartare, eliminare una vita umana che non ha colpe. È una sconfitta per chi lo pratica e per chi si rende complice: dei killer prezzolati, dei sicari! Mai più aborti, per favore! È fondamentale difendere e promuovere sempre l’obiezione di coscienza". Condanna dal Pontefice della pratica dell’utero in affitto definita da Bergoglio "una pratica inumana e sempre più diffusa che minaccia la dignità dell’uomo e della donna, con i bambini trattati come merce".