Inchiesta sulla Fondazione Open, acceso botta e risposta tra Anm e Matteo Renzi
10 febbraio 2022, ore 10:30
Secondo l'Associazione nazionale magistrati, le parole di Matteo Renzi sugli inquirenti di Firenze che indagano sulla vicenda travalicano i confini della legittima critica e mirano a delegittimare i magistrati agli occhi dell'opinione pubblica. "La mia vita e' stata scardinata con un dolore personale e familiare che non auguro al peggiore nemico e l'Anm e' stata sempre in silenzio", ha replicato Renzi
L’inchiesta della Procura di Firenze sulla Fondazione Open, che ieri ha portato alla richiesta di processo per Matteo Renzi e altre dieci persone, tra cui i parlamentanti, Maria Elena boschi e Luca Lotti, è al centro di un acceso botta e risposta tra Associazione Nazionale magistrati e il leader di Italia viva. A scatenarlo le dichiarazioni di ieri dell’ex premier e la denuncia presentata a carico del procuratore capo di Firenze Giuseppe Creazzo e dei due magistrati titolari delle inchiesta, l'aggiunto Luca Turco e il sostituto Antonino Nastasi.
Il documento dell'Anm
La reazione dell’Anm è arrivata questa mattina con la pubblicazione di un documento della Giunta: ''Le parole del senatore della Repubblica Matteo Renzi, pronunciate non appena ha appreso della richiesta di rinvio a giudizio per la vicenda Open, travalicano i confini della legittima critica e mirano a delegittimare agli occhi della pubblica opinione i magistrati che si occupano del procedimento a suo carico'', si legge nel testo. “I pubblici ministeri che hanno chiesto il processo nei suoi confronti sono stati tacciati di non aver la necessaria credibilità personale in ragione di vicende, peraltro oggetto di accertamenti non definitivi o ancora tutte da verificare, che nulla hanno a che fare con il merito dei fatti che gli sono contestati - aggiunge l'Associazione nazionale di magistrati- Hanno adempiuto il loro dovere, hanno formulato una ipotesi di accusa che dovrà essere vagliata, nel rispetto delle garanzie della difesa, entro il processo, e non è tollerabile che siano screditati sul piano personale soltanto per aver esercitato il loro ruolo. Questi inaccettabili comportamenti, specie quando tenuti da chi riveste importanti incarichi istituzionali, offendono i singoli magistrati e la funzione giudiziaria nel suo complesso, concorrendo ad appannarne ingiustamente l'immagine di assoluta imparzialità, indispensabile alla vita democratica del Paese”.
La replica di Matteo Renzi
Durissima la risposta del leader di Italia viva, in un intervista a Radio Leopolda: “"La mia vita e' stata scardinata con un dolore personale e familiare che non auguro al peggiore nemico e l'Anm e' stata sempre in silenzio – ha dichiarato Matteo Renzi - Sono cascati male, se c'e' uno chenon si tira indietro sono io. Basta buonismo, ora reagisco”. “A marzo ci sarà il conflitto di attribuzione in aula, dirò quello che penso - ha proseguito l’ex premier - La politica non può restare tute le volte a capo chino, deve chiedere il rispetto della legge. Io sto chiedendo di rispettare legge, non di non indagare. In un Paese normale non si dovrebbe chiedere di rispettare la Costituzione e la legge”. Il senatore in particolare ha criticato il metodo che avrebbero adottato i magistrati fiorentini nei confronti suoi e della sua famiglia. "A Conte e a Grillo, i Pm di Milano e Roma non hanno tolto i cellulari, hanno utilizzato uno stile diverso da quelli di Firenze. Uno di loro si occupa a tempo pieno della famiglia Renzi: prima che diventassi premier eravamo una famiglia rispettabile, ora sembriamo un'associazione di gangster”.