16 novembre 2022, ore 17:36
Il nuovo Atlante dell'Infanzia a rischio di Save the Children fotografa le differenze nella vita dei più piccoli; anche il luogo di nascita può voler dire una vita migliore e in salute
In Italia, nascere al Nord o al Sud fa la differenza anche in termini di aspettativa di vita: lo evidenzia l'Atlante dell'Infanzia a rischio realizzato come ogni anno da Save the Children e presentato oggi a Roma. Un bambino che nasce a Caltanissetta ha almeno 4 anni di vita in meno da vivere rispetto a uno di Firenze, mentre la speranza di vita in buona salute segna un divario di 12 anni tra Calabria e Bolzano. Per le bambine la forbice si allarga anche di più.
I bimbi più poveri e penalizzati al Sud
Se guardiamo ai dati sulla povertà assoluta in Italia, quasi un milione e quattrocentomila bambini non hanno nemmeno l'essenziale per vivere dignitosamente: si tratta del 14,2% di tutti i minori italiani, che sale però fino al 16% nel Mezzogiorno. Ma secondo i dati elaborati da Save the Children, si registrano disuguaglianze socioeconomiche che incidono direttamente sulla salute dei bambini, penalizzando chi maggiormente avrebbe bisogno, nel proprio territorio, dei servizi di cura, prevenzione e promozione della salute e del benessere psico-fisico. E così se la speranza di vita alla nascita nel 2021 si attesta a 82,4 anni, nel complesso dell'Italia ci sono quasi 4 anni di differenza tra l'aspettativa di vita di chi nasce a Caltanissetta (80,2) e di chi nasce a Firenze (83,9). La differenza è anche maggiore se si guarda all'aspettativa di vita in buona salute: ci sono oltre 12 anni di differenza per esempio tra chi nasce nella provincia di Bolzano (67,2 anni) e chi nasce in Calabria (54,4 anni). Tra le bambine la forbice è ancora più ampia, 15 anni in meno in Calabria rispetto al Trentino. Non è solo il sistema sanitario ad influenzare la salute dei bambini, sulla quale gravano tutti i determinanti sociali legati al contesto territoriale in cui si cresce, alle condizioni economiche, al livello di istruzione, all'ambiente, alle reti sociali e dei servizi.
Occorre chiedere di più ai bambini, "Come stai?"
Come stai? Questa la domanda che fa l'Atlante dell'infanzia a rischio in Italia 2022 messo a punto da Save the Children e diffuso in vista della Giornata mondiale dell'Infanzia e dell'Adolescenza. Una fotografia poco rassicurante sulle condizioni di vita di bambini, bambine e adolescenti nel nostro Paese. L'Atlante ha provato ad esplorare la salute dei bambini dal momento della nascita fino all'età adulta. Dati, mappe e interviste fotografano l'intreccio tra disuguaglianze e salute che la pandemia ha amplificato, e i tanti, troppi volti diversi di un servizio sanitario che spesso è 'nazionale' solo sulla carta, per le gravi disuguaglianze territoriali e la distanza che intercorre tra le sue punte di eccellenza e i suoi baratri. "'Come stai?' è la domanda che molti ragazzi e ragazze avrebbero voluto sentirsi rivolgere durante la pandemia e che ancora oggi non viene loro rivolta dagli adulti. I dati dell'Atlante mostrano la necessità di mettere la salute dei bambini al centro di tutte le scelte politiche, dalla tutela dell'ambiente urbano alle mense scolastiche, fino agli spazi per lo sport e il movimento, con una particolare attenzione al tema della salute mentale degli adolescenti, fortemente colpiti dalla pandemia. Questo impegno è ancor più urgente oggi, in un Paese che attraversa una difficile fase economica e che ha toccato il picco di quasi un milione e 400 mila bambini in povertà assoluta. Per molti di loro, la povertà materiale ed educativa si traduce anche in povertà di salute e occorre fare di tutto per spezzare questo circolo vizioso, orientando le risorse disponibili sui territori che maggiormente soffrono queste difficoltà'', ha dichiarato Claudio Tesauro, presidente di Save the Children Italia.