17 agosto 2020, ore 23:07
Dopo dieci anni i nerazzurri tornano a giocare una finale europea, prestazione perfetta della squadra di Conte, Shakhtar spazzato via da cinque gol, doppiette di Lautaro e di Lukaku, a segno anche D’Ambrosio.
Dieci anni dopo è finale
L’Inter è in finale di Europa League. Venerdì a Colonia affronterà il Siviglia. Annichilito lo Shakhtrar Donest, seppellito sotto cinque gol segnati da una squadra che adesso porta davvero la firma di Antonio Conte. Torna a splendere la Lu-La: nella semifinale di Dusseldorf doppietta sia di Lukaku sia di Lautaro. A segno anche D’Ambrosio. E prima della partita l’amministratore delegato Beppe Marotta aveva spento l’incendio delle dichiarazioni di Antonio Conte dopo la partita di Bergamo quando il tecnico salentino aveva attaccato la società. Secondo Marotta, tutto è stato chiarito e dimenticato.
Primo tempo nel segno di Barella
Approccio giusto dei nerazzurri, alla Conte: lotta, grinta, compattezza. Il simbolo del buon primo tempo dell’Inter è Nicolò Barella. L’ex cagliaritano al diciottesimo ha recuperato il pallone dopo un rilancio non perfetto del portiere Pyatov, si è allargato a destra da dove ha fatto partire un cross perfetto per il colpo di testa vincente di Lautaro Martinez. E Barella, oltre che una serie di tackle che hanno fermato gli ucraini, è stato protagonista anche al trentaquattresimo con un tiro in controbalzo, alzato in corner da Pyatov. Con il passare dei minuti lo Shakhtar ha mostrato la sua qualità nel tenere e far girare il pallone, ma la fase difensiva dei nerazzurri ha lasciato pochi varchi: da segnalare soltanto un tentativo di girata di Junior Moraes, contenuto da De Vrij e un gran tiro da venti metri di Marcos Antonio con la palla che ha sorvolato la traversa della porta di Handanovic.
E’ tornata la Lu-La
In avvio di ripresa Inter subito vicina al raddoppio: Lautaro Martinez ha strappato un pallone sulla trequarti avversari e con Pyatov fuori dai pali ha cercato di sorprenderlo con un pallonetto, il portiere con un balzo all’indietro è riuscito a mettere in corner. Poco dopo Lukaku si è girato bene e da sinistra ha tentato il tiro sul secondo palo, ma ha mandato sul fondo. Al diciassettesimo rischio dai nerazzurri, con il colpo di testa da posizione molto favorevole di Junior Moraes che però non ha angolato favorendo l’intervento di Handanovic. Sul ribaltamento del fronte l’Inter ha conquistato un corner: dalla bandierina cross di Brozovic e colpo di testa vincente di D’Ambrosio: 2-0. Al ventinovesimo il terzo gol dell’Inter, ancora con Lautaro Martinez, conclusione fulminante dal limite dopo una azione tutta in velocità della squadra di Conte. Alla festa del gol mancava Lukaku, che al trentatreesimo ha rimediato calando il poker con un diagonale da destra. E Big Rom non si è fermato: al trentasettesimo è andato via con il suo strapotere fisico e ha scaricato in rete il gol del 5-0.
La Champions entra nel vivo
Ora l’attenzione si sposta sulle semifinali di Champions League. Doppia sfida franco-tedesca, con tre allenatori su quattro che arrivano dalla Germania. La formula di questa stagione ha fatto vittime illustri: Juventus, Real Madrid e Chelsea a Lisbona non ci sono neppure arrivate, Barcellona Manchester City e Atletico Madrid sono state rispedite subito a casa. Ora è il Bayern Monaco ad avere i gradi del grande favorito (sarebbe impossibile il contrario dopo aver rifilato otto gol al Barcellona), ha una buona occasione il Paris Saint Germain ( arrivato più avanti del solito ). Ma la rivelazione Lipsia e la sorpresa Lione vogliono provare a vivere il sogno fino alla fine. La prima semifinale mette di fronte Paris Saint Germain e Lipsia: i francesi hanno dovuto aspettare i minuti di recupero per superare la coriacea Atalanta, non sono la squadra più compatta e grintosa del mondo, ma la qualità dei singoli – soprattutto di Mbappè – è di alto livello. I tedeschi formano un gruppo brillante, hanno un gioco di qualità e li guida il più giovane allenatore ad essere arrivato a una semifinale di Coppa dei Campioni: Julian Nagelsman ha soltanto 33 anni. La seconda semifinale è Bayern Monaco-Olimpique Lione: i bavaresi abbinano qualità e quantità, grinta e talento e pare difficile fermarli. Ma Rudi Garcia da sfavorito ha già fatto fuori la Juventus di Sarri e il Manchester City di Guardiola: i francesi vogliono provarci ancora.
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