Mentre continuano le proteste, a quasi tre mesi dalla morte di Mahsa Amini, in Iran è stata eseguita la prima sentenza di morte per un manifestante, come riporta BBC Persia.
LA PRIMA CONDANNA A MORTE PER UN MANIFESTANTE
Mohsen Shekar aveva 23 anni. Era stato giudicato colpevole da un tribunale rivoluzionario del reato di "
moharebeh", inimicizia contro Dio. L'accusa era di aver bloccato una strada principale di Teheran lo scorso 25 settembre e di aver ferito
"intenzionalmente" con un coltello un membro delle forze paramilitari Basij durante il servizio. Secondo la magistratura si sarebbe tenuta un'udienza il 10 novembre e l'imputato avrebbe confessato.
L'ALLARME DELLE ONG
Finora sarebbero 11 le persone condannate a morte per le proteste iniziate a metà settembre, che si sono estese in 160 città, in tutte le 31 province dell’Iran. A dirlo è la stessa magistratura iraniana. Proteste che rappresentano una delle sfide più serie per la Repubblica islamica dalla rivoluzione del 1979, descritte dai leader iraniani come rivolte istigate dai nemici stranieri, che avrebbero ordinato alle forze di sicurezza di "
affrontarle con decisione". Secondo le Ong per i diritti umani, finora sono stati uccisi più di 400 manifestanti e 18mila persone sono state arrestate. Per Mahmood Amiry-Moghaddam, direttore di
Iran Human Rights, con sede in Norvegia, se le autorità iraniane non verranno messe di fronte a
"rapide conseguenze pratiche a livello internazionale", le esecuzioni si verificheranno quotidianamente.
DONNE IRANIANE SONO GLI EROI DELL'ANNO
Notizie che continuano a rincorrersi mentre si parla di un nuovo piano statale, noto come "
Efaf (castità) e Hijab", che dovrebbe arrivare tra un paio di settimane e prevederebbe nuove misure punitive contro l’abbigliamento considerato "improprio", ovvero per le donne che non osservano l’
hijab. Donne che il
Time, storica rivista americana, incorona come eroine dell'anno 2022, perchè guidano un
"movimento istruito, liberale, laico, cresciuto su grandi aspettative e affamato di normalità".