Israele annuncia ritorsioni dopo l'attacco dell'Iran, ma con "tempi da scegliere"

Israele annuncia ritorsioni dopo l'attacco dell'Iran, ma con "tempi da scegliere"

Israele annuncia ritorsioni dopo l'attacco dell'Iran, ma con "tempi da scegliere" Photo Credit: agenziafotogramma.it


Lo stato ebraico, intanto, ha dichiarato il segretario generale dell'Onu persona "non grata" nel Paese

L'impressione è che una escalation peggiore di quella già in corso nessuno la voglia. Non parrebbe volerla l'Iran, che ha avvertito più volte Israele di non impegnarsi in campagne di ritorsione dopo l'attacco di ieri notte proprio per evitare ulteriori risposte, confermando che il lancio di missili delle ultime ore è finito. Una dimostrazione di forza, la stessa dello scorso maggio in cui da Teheran erano partiti centinaia di missili intercettati, quella volta e anche questa, pressoché totalmente dal sistema di difesa israeliano. E anzi, nell'attacco di ieri notte, a distruggere i missili in arrivo su Israele sono stati anche gli Stati uniti, grazie ai sistemi antimissilistici dislocati nella regione, e la Giordania. Persino Israele, poi, che negli ultimi mesi (in modo particolare dopo gli attacchi di Hamas del sette ottobre scorso, quasi un anno fa) non si è trattenuta in quanto a iniziative militari nella regione, non ha voluto dare eccessiva decisione nel parlare di una controffensiva: "Saremo noi a decidere quando". Intanto, Israele ha dichiarato il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres "persona non grata" nel Paese, non avendo condannato "in modo inequivocabile" l'attacco iraniano.


"Tempi da scegliere" per la risposta israeliana

Nelle ore in cui partiva l'attacco iraniano su Israele, il premier Netanyahu aveva prospettato "giorni difficili" per il paese. E nonostante l'attacco di Teheran abbia causato una sola vittima e dei feriti lievi, i vertici militari di Tel Aviv hanno ribadito che una risposta ci sarà, dando però l'idea di non avere fretta. Il capo di Stato maggiore Herzi Halevi ha dichiarato infatti che saranno loro "a decidere quando farla pagare al regime e dimostrare le proprie capacità di sorprendere", quasi allontanando lo spettro di una risposta immediata o comunque nel breve termine. Dal canto suo, il portavoce delle forze armate di Tel Aviv Daniel Hagari ha ribadito che una risposta è inevitabile, dal momento che "l'Iran sta spingendo tutta la regione verso l'escalation", ma con tempi "da scegliere". Altra storia riguarda invece le iniziative di Israele in Libano per continuare a colpire gli obiettivi di Hezbollah, dopo l'uccisione del capo dei miliziani Nasrallah.


Teheran, "se Israele risponderà colpiremo le infrastrutture"

Da Teheran, dopo l'attacco, sono arrivate nuove minacce rispetto a una possibile risposta di Israele. Il capo di Stato maggiore delle forze armate iraniane, Mohammad Bagheri, ha minacciato di colpire le infrastrutture di Israele se lo stato ebraico dovesse mettere in atto una rappresaglia contro Teheran. A intervenire, poi, è stata anche la guida suprema dell'Iran, Ali Khamenei: "La base dei problemi della regione è la presenza di forze come gli Usa e alcuni Paesi europei che in modo falso sostengono di difendere pace e tranquillità". Khamenei ha poi ribadito il proprio dolore per la morte del capo degli Hezbollah Nasrallah.


La sicurezza degli italiani in Libano

Dopo l'avvio dell'operazione di terra israeliana in Libano, il ministro degli Esteri Tajani ha ribadito che la Farnesina è al lavoro per garantire la sicurezza dei nostri connazionali nella regione, circa 3200, in gran parte doppi cittadini - italiani e libanesi - che risiedono stabilmente nel Paese, come specificato. "La priorità è la tutela dei connazionali in tutta la regione e dei nostri militari in Libano, impegnati nella missione UNIFIL e in quella bilaterale di addestramento MIBIL". Tajani ha dichiarato di aver invitato da tempo tutti i cittadini italiani a lasciare il Libano con i voli commerciali disponibili, ma di stare lavorando per agevolare il loro rientro".


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