Israele attacca anche in Yemen, il premier Netanyahu parla di giorni difficili, rinviati i funerali di Nasrallah

Israele attacca anche in Yemen, il premier Netanyahu parla di giorni difficili, rinviati i funerali di Nasrallah

Israele attacca anche in Yemen, il premier Netanyahu parla di giorni difficili, rinviati i funerali di Nasrallah   Photo Credit: foto agenzia fotogramma.it


30 settembre 2024, ore 00:39

Proseguono i raid dell’esercito dello stato ebraico in Libano, il premier Netanyahu parla dei prossimi come giorni difficili, aperto il fronte in Yemen, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden al lavoro per evitare una escalation nella regione

Proseguono i bombardamenti dell’esercito israeliano in Libano, nelle ultime ore il bilancio è di almeno 105 morti, lo stato ebraico allarga il fronte allo Yemen. Nelle scorse ore raid mirati sono stati compiuti sulla città yemenita di Hodeidah. Intanto a Beirut è stato recuperato il corpo del numero uno di Hezbollah, Nasrallah. I funerali erano previsti in giornata, ma sono stati rinviati.  Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden ha annunciato che parlerà con il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, mentre in Medio Oriente la tensione resta altissima. Lo scopo, ha detto Biden, è quello di evitare una guerra totale. Per uccidere Nasrallah, Israele ha usato una bomba guidata di fabbricazione americana. In nottata un attacco nel centro di Beirut ha provocato almeno due morti.


Nasrallah

Il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, sarebbe morto soffocato in un bunker non ventilato. Il suo corpo è stato recuperato intatto. Secondo i media locali, a causare la morte del numero uno dell’organizzazione filo iraniana sarebbero stati i gas tossici delle esplosioni, penetrati nella stanza in cui si trovava Hezbollah, causandone gradualmente la morte. I funerali, che in un primo tempo erano annunciati per le prossime ore, sono stati rinviati. Lo hanno riferito fonti ad Al-Arabiya, senza aggiungere dettagli.  Intanto è stato scelto come suo successore: Hashem Safieddine.59 anni, è stato a lungo considerato il "braccio destro" di Nasrallah, un uomo discreto ma potente, responsabile dell'amministrazione finanziaria e organizzativa di Hezbollah.


I raid in Yemen

Oltre a Gaza, nel Libano, Israele ha cominciato a colpire le basi degli Houti in Yemen. Nelle scorse ore forti esplosioni si sono sentite nel porto di Hodeidah. Sette diversi attacchi da parte di Israele nello scalo principale. Colpita anche l’area di Ras Issa. “Nessun posto è troppo lontano” ha scritto su X il ministro israeliano della Difesa, Yoav Gallant. Fonti yemenite hanno fatto sapere che il bilancio dei raid hanno provocato almeno quattro morti e 29 feriti.


Netanyahu

In serata è tornato a parlare il premier israeliano Netanyahu. “Giorni difficili sono ancora in arrivo” ha detto, riferendosi all’uccisione del leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, a Beirut venerdì. Intanto il governo israeliano si allarga. Entra a far parte dell’esecutivo anche Gideon Saar, il leader di Nuova Speranza, proprio in serata ha annunciato il suo ritorno nel governo. “Il cambiamento nell'equilibrio di potere porta con sé la possibilità di creare nuove alleanze nella nostra regione perché Israele sta vincendo”, ha detto ancora il premier dello Stato ebraico, aggiungendo che “i nostri nemici e amici sono tornati a vedere Israele per quello che è: un Paese forte, determinato e potente. Anche in questi giorni non dobbiamo dimenticare che siamo ancora nel mezzo di una guerra difficile, i cui costi sono pesanti e la coesione è una condizione necessaria per resistere”, ha concluso.


Teheran

In Medio Oriente “tutto è possibile, anche la guerra”. Lo ha dichiarato il capo della diplomazia del governo di Teheran, Abbas Araghchi. “Tutti dovrebbero essere consapevoli del fatto che la situazione è assolutamente esplosiva e che tutto è possibile, anche la guerra”, ha detto il ministro che non ha risparmiato accuse a Israele e ha affermato che per questo l'Iran ha chiesto una riunione d'emergenza del Consiglio di Sicurezza Onu.


Joe Biden

Sul possibile allagamento del conflitto è tornato a parlare il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden. Conversando con alcuni giornalisti ha annunciato che nei prossimi giorni sentirà il premier Israeliano Netanyahu, sottolineando che “una guerra totale nella regione va evitata”.



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