Istat 2020, crollano le nascite in Italia, giù anche i matrimoni a causa della pandemia
26 marzo 2021, ore 15:00 , agg. alle 17:32
Lo scorso anno nel nostro Paese si è registrato un numero record di decessi dovuti al coronavirus
In Italia nascono sempre meno bambini. L’anno scorso è stato registrato un picco negativo a causa della pandemia e non solo, dopo il crollo già registrato nel 2019. Nel 2020 gli iscritti in anagrafe per nascita sono stati appena 404.104, quasi 16 mila in meno rispetto all’anno precedente, vale a dire un saldo negativo pari al 3,8%. Si può parlare di una tendenza generalizzata in tutto il Paese, ma è possibile fare dei distinguo, in base ai dati diffusi dall’Istat.
Nascite a picco, il crollo è più accentuato nell'Italia nord-orientale
Il calo maggiore delle nascite in Italia si è evidenziato al Nord-ovest, -4,6%, mentre il Sud si attesta a -4,0%. La zona più prolifica risulta essere la provincia autonoma di Bolzano, in cui nel 2020 sono nati 9,6 bambini per mille abitanti. Fanalino di coda in tal senso è, invece, la Sardegna che figura, appunto, all'ultimo posto con il 5,1 per mille. Questi dati sono contenuti nel rapporto Istat denominato “La dinamica demografica durante la pandemia covid-19- anno 2020”. Il calo delle nascite, ha sottolineato l’Istituto di Statistica, si è accentuato lo scorso anno nei mesi di novembre e di dicembre, effetto della prima ondata della pandemia.
In calo i matrimoni, quelli religiosi in netta diminuzione
In base ai dati diffusi quest’oggi dall'Istat, si può parlare di un vero e proprio crollo. I matrimoni, già in calo nel 2019, si sono ridotti del 47,5% rispetto all’anno precedente. attestandosi a 96.687. Numeri in netta diminuzione per le unione religiose. Si evidenzia un picco negativo del 68,1%. Giù anche quelle civili, - 29%.
Quanti decessi a causa del Covid, mai così tanti dal dopoguerra
Il quadro demografico in Italia ha subito un profondo cambiamento a causa dell'impatto del coronavirus sul numero dei morti. Nel 2020 i decessi in totale sono stati 746.146, il numero più alto mai registrato dal secondo dopoguerra, con un aumento rispetto alla media di oltre 100 mila unità. Il Nord, con il 14,5% sul totale dei morti, ha registrato il maggior peso percentuale. Il 6,8 dei decessi si è registrato lo scorso anno nel Centro della Penisola, il 5,2% nelle regioni meridionali.