Culle vuote e una popolazione sempre più anziana, con un numero consistente di ultracentenari. Anche se la mortalità resta alta e nonostante l'aumento di stranieri, la popolazione continua a calare. È la fotografia che emerge dai dati demografici dell’Istat.
NATALITÀ AI MINIMI STORICI
Nel 2022 i nuovi nati sono stati 393mila. È il dato più basso dall’Unità d’Italia. Prosegue così la tendenza a non avere figli o a farne meno già in atto da diversi anni nel nostro Paese, con un’età media al parto che si attesta sui 32,4 anni, stabile rispetto al 2021. La regione in cui si fanno più figli è il Trentino Alto Adige (1,51 per donna), quella in cui ne nascono meno la Sardegna (0,95 per donna, unica regione, per il terzo anno consecutivo, ad avere una fecondità al di sotto dell'unità).
POPOLAZIONE GENERALE IN CALO
E nonostante l’aumento di cittadini stranieri, la popolazione cala ancora. Al 1 gennaio 2023, la cittadinanza straniera si attesta a 5 milioni e 50mila unità, con una crescita di 20mila individui. L'incidenza sulla popolazione totale è dell'8,6%. Ma non basta a compensare il saldo negativo, con la popolazione italiana che raggiunge i 58 milioni e 851mila residenti. L'età media è di 46 anni.
MORTALITÀ E ULTRACENTENARI
Resta alto il tasso di mortalità, pari al 12,1%, con 12mila morti in più rispetto al 2021. L'aumento dei decessi, segnala l'istituto, si è avuto in concomitanza con i mesi più freddi, gennaio e dicembre, e quelli più caldi, luglio e agosto. Si stima che ogni 1000 abitanti si registrino 7 neonati e 12 decessi. Ma la buona notizia c’è: in vent’anni è triplicato il numero degli ultracentenari, che al primo gennaio del 2023 erano 22mila. La speranza di vita è di 82,6 anni, in crescita per gli uomini e stabile per le donne.