17 luglio 2024, ore 20:00
Studiare è ancora un buon investimento, in Italia sono presenti ancora divari di genere, tra Nord e Sud e importanti differenze rispetto agli altri paesi dell’Unione
I nuovi dati Istat sulla relazione tra istruzione e occupazione rivelano come chi prosegue il percorso di studi e lo completa attraverso la laurea ha un vantaggio sul mercato del lavoro: studiare risulta quindi un buon investimento. Stando alle rilevazioni il tasso di occupazione dei laureati di età compresa tra i 25 e il 64 anni, nel 2023, è dell’84,3% mentre quello dei diplomati è del 73,3%.
Nel livello di istruzione dei più giovani pesa anche il titolo di studio conseguito dai genitori: il 24% dei giovani i cui genitori hanno un basso livello di istruzione abbandona precocemente gli studi e solo il 10% raggiunge l’Università. Se, al contrario, almeno uno dei due genitori è laureato, solo il 2% abbandona gli studi precocemente e circa il 70% completa il percorso universitario.
Divario di genere in Italia
I dati Istat evidenziano che, in Italia, le donne sono più istruite degli uomini: nel 2023 il 68% delle donne di età compresa tra i 25 e i 64 anni ha conseguito un diploma contro il 62,9% degli uomini. Le donne laureate sono il 24,9%, mentre gli uomini sono il 18,3%.
Il vantaggio nell’istruzione sopra illustrato però non si traduce per le donne in un vantaggio lavorativo. Il tasso di occupazione femminile è molto più basso rispetto a quello maschile: le donne occupate sono solo il 59% contro il 79,3% degli uomini. All’aumentare però del livello di istruzione raggiunto, il divario di genere si riduce: il tasso di occupazione delle donne laureate è di 19 punti percentuali superiore a quello delle diplomate e ha una differenza con il tasso di occupazione maschile di solo 4 punti percentuali.
Si parla ancora di divario Nord-Sud
Il tasso di occupazione e il tasso di istruzione sono più bassi per chi è residente nel Mezzogiorno: nella popolazione di età compresa tra i 25 e i 64 anni solo il 39,6% ha conseguito il diploma e il 18,1% la laurea. Questo, come detto in precedenza, si ripercuote sul tasso di occupazione: i laureati occupati nel Mezzogiorno sono il 76,4% contro l’88,3% del Nord. Il tasso di disoccupazione nel Mezzogiorno è del 6,1% mentre al Nord è del 2,4%
Divario con gli altri paesi
Se confrontiamo questi dati con quelli degli altri Paesi europei emerge una notevole differenza, sia per il livello di istruzione che si occupazione. L’Italia è ultima nell’Unione Europea per tasso di occupazione dei giovani diplomati e penultima per quanto riguarda i laureati. Solo il 30,6% è in possesso di una laurea, quando l’obiettivo europeo è fissato al 45%.