23 settembre 2024, ore 13:30
Rivisto al ribasso il Pil del 2023, al rialzo invece la crescita del 2022 e del 2021. In pratica, il minor tasso di crescita maschera una buona notizia per i conti pubblici: l’economia nell’ultimo triennio si è rafforzata di più di quanto inizialmente stimato
Gli ultimi dati Istat erano molto attesi perché erano il tassello mancante per definire il piano strutturale di bilancio da parte del governo. E allora, l’Istituto di Statistica rivede al ribasso il Pil del 2023, cioè meno 0,2 punti percentuali. Al rialzo invece la crescita del 2022 e del 2021. Ma soprattutto migliora il deficit in rapporto al Pil, ovvero va giù, e migliorano anche le stime sul debito.
Il ritocco
Insomma, l’Istat rivede al ribasso il tasso di crescita Pil nel 2023, ma per effetto di un ritocco al rialzo più robusto nei due anni precedenti del dato nominale e leggermente meno lo scorso anno. In pratica, il minor tasso di crescita nel 2023 maschera comunque una buona notizia per i conti pubblici: l’economia nell’ultimo triennio si è rafforzata di più di quanto inizialmente stimato, lasciando anche probabilmente una piccola dote in più al governo in vista della prossima Manovra.
I dati
Sulla base dei nuovi dati, nel 2022 il Pil in volume è aumentato del 4,7%, al rialzo di 0,7 punti percentuali, nel 2021 è cresciuto dell'8,9%, con una revisione di +0,6 punti percentuali. La correzione al ribasso è come detto figlia però di un miglioramento del dato nominale. “Rispetto alle stime diffuse a marzo 2024, il Pil nominale del 2021 è risultato superiore di circa 21 miliardi e nel 2022 e 2023, rispettivamente, di 34 e 43 miliardi. Per effetto della revisione, il Pil in volume del 2023 si è attestato a un livello per la prima volta superiore al massimo raggiunto prima della crisi finanziaria del 2008", osserva l’Istat.
Il deficit
Il miglioramento del denominatore ha portato a una riduzione del rapporto deficit/Pil. Nel 2023 è pari al 7,2%, migliorato rispetto alla stima pubblicata ad aprile che indicava -7,4%. Riviste anche le stime sul 2022 a 8,1% dall'8,6% stimato in primavera. Scende anche il rapporto debito/PIl, al 134,6% mentre nel Def il dato era stimato al 137,3%.
La manovra
Numeri dunque positivi che naturalmente influenzeranno la costruzione della manovra economica. L'ipotesi di una tassa sugli extraprofitti delle banche agita intanto la maggioranza, con Fi che si oppone a nuove imposte e al 'prelievo di solidarietà'. Condivisione invece su nuovi aiuti e incentivi per le aziende, sul rafforzamento dell’assegno unico, sulla riduzione delle tasse a chi ha figli, con l’aumento delle spese detraibili in base al numero dei figli. Possibile pure un mini intervento sulle pensioni.
Le pensioni
L’obbiettivo principe è quello della rivalutazione delle pensioni minime. Poi, se da un lato non ci sarà Quota 41, potrebbero arrivare modifiche su Quota 103 che verrebbe rimodulata con finestre di uscita prolungate. Per i lavoratori della Pubblica amministrazione c’è la possibilità - su base volontaria - di restare al lavoro fino a 70 anni d’età, come annunciato dal ministro della Pa Paolo Zangrillo. Ma i sindacati già annunciano battaglie. La ministra del Lavoro Marina Calderone sta invece pensando ad un intervento sul Tfr con la possibilità di un semestre di silenzio-assenso per il trasferimento del Trattamento di fine rapporto sui fondi pensione.