L’inflazione morde le famiglie italiane: nel 2022 sono più di 2 milioni quelle in condizione di povertà assoluta, ovvero senza la possibilità di acquistare beni e servizi indispensabili. L’8,3% del totale, in crescita rispetto al 7,7 del 2021. A certificarlo è l’Istat, nel suo report annuale sulla povertà.
PIÙ DI 5 MILIONI DI PERSONE
In termini assoluti, parliamo di 5,6 milioni di individui, il 9,7% del totale, contro il 9,1% del 2021. Tra loro ci sono più di un milione di minori. Nel 70% dei casi si tratta di famiglie composte da italiani, con un’incidenza maggiore tra i nuclei numerosi e nel Mezzogiorno. Al Sud infatti si registra l'11,2% delle famiglie, seguito da Isole (9,8%), Nord-est (7,9%) e Nord-ovest (7,2%). Anche se l’aumento, confrontando anno su anno, è stato maggiore nel Settentrione. Quanto ai cittadini stranieri, quelli in povertà assoluta sono oltre 1,7 milioni, con un’incidenza del 34%, oltre quattro volte e mezzo superiore a quella dei cittadini italiani.
PIÙ COLPITI I NUCLEI MENO ABBIENTI
Un peggioramento, spiega Istat, "
imputabile in larga misura alla forte accelerazione dell’inflazione“, che ha segnato un +8,7%. Un aumento dei prezzi che ha coinvolto maggiormente le famiglie che erano già meno abbienti, e non sono riuscite a tenere il passo. Anche se, sottolinea l'istituto,
"i bonus sociali per l'energia e il gas, fortemente potenziati nel 2022 sia in termini di platea di beneficiari sia nell'importo, hanno contribuito a contenere la crescita della povertà: si stima, infatti, che questa misura ne abbia ridotto l'incidenza di sette decimi di punto". Dati che restano però drammatici secondo le associazioni dei consumatori. Di tragedia economica parla il Codacons, che definisce i numeri
"indegni di un Paese civile" e sottolinea un'emergenza prezzi che prosegue anche nel 2023. Un quadro condiviso dall'Unione nazionale dei consumatori.