Italia, in Calabria un’associazione per la legalità e una tazzina di caffè contro la criminalità organizzata

Italia, in Calabria un’associazione per la legalità e una tazzina di caffè contro la criminalità organizzata

Italia, in Calabria un’associazione per la legalità e una tazzina di caffè contro la criminalità organizzata


Nata da una idea dell'imprenditore Sergio Gaglianese a seguito dell'attentato alla Guglielmo Caffè in località Copanello, Stalettì (Catanzaro) nel luglio ‘22: “Bisognava dare un segnale forte”. Quest’anno ha ricevuto la menzione del Premio Giorgio Ambrosoli

Una tazzina di caffè perché quando ci si incontra con gli amici si prende un caffè. Si condividono pensieri, azioni e vissuto. Un modo per trascorrere insieme del tempo e condividere la convivialità. Una tazzina di caffè che versa una goccia del suo contenuto in un mare azzurro che rappresenta tutti noi, la trasparenza, la legalità. Ecco cosa rappresenta il brand della "Tazzina della Legalità". Pensato per sensibilizzare l'intera comunità alla cultura della legalità ed alla lotta alla criminalità, mettendo a rete le varie associazioni che operano sul territorio, con la società civile e le istituzioni. "Non una mera solidarietà di facciata", una vera e propria manifestazione testimoniata dalla presenza di autorità, enti, personaggi pubblici e privati.

Le istituzioni

La Tazzina della Legalità dunque per sensibilizzare le istituzioni e l'opinione pubblica ad una più attenta riflessione su quelle che sono le priorità da sostenere per salvaguardare l'immagine della regione Calabria e sostenere gli imprenditori nella loro attività. Nata da una idea dell'imprenditore Sergio Gaglianese a seguito dell'attentato alla Guglielmo Caffè in località Copanello, Stalettì - Catanzaro, luglio 2022: “Ho pensato che avremmo dovuto fare qualcosa di importante, dare un segnale forte per dire che la Calabria tutta, ed il suo capoluogo, merita gli onori della cronaca per la bellezza dei territori, la cultura e l'ospitalità che sa offrire e non per i fatti di cronaca che hanno l'effetto di alimentare odiosi "luoghi comuni". Questa iniziativa deve costituire un primo, importante passo nella realizzazione di una rete di soggetti che vorranno collaborare alla diffusione della cultura della legalità sui nostri territori. Una rete che coinvolga anche altre realtà che si stanno avvicinando a questo percorso».

Gli esponenti

Tanti gli esponenti dell'imprenditoria, delle associazioni di categoria, della politica e della società civile che hanno voluto partecipare portando il loro contributo. Un mix di contenuti e di storie ascoltate che lasciano il segno. L'associazione nasce dallo spontaneo contributo ideologico dei partecipanti e non ha finalità di carattere politico, né in alcun modo finalità di lucro, ma esalta il volontariato e l'espressione democratica del pensiero di tutti.

Il premio

Quest’anno il "Premio Giorgio Ambrosoli", giunto alla 11° edizione, fra le menzioni è andato fra le altre proprio alla Caffè Guglielmo, premio ritirato dall'amministratore delegato Matteo Tubertini, e all' Associazione Tazzina della legalità, premio ritirato dal suo presidente Gaglianese. Intitolato all'avvocato e commissario liquidatore della Banca Privata Italia, ucciso l'11 luglio 1979, il premio è stato conferito a quindici "eroi silenziosi" tra appartenenti alle forze dell'ordine, delle imprese, e ad appartenenti alla magistratura, ai media, alla pubblica amministrazione e terzo settore, che si sono distinti per aver tutelato la legge in condizioni di pericolo o perché bersaglio di intimidazioni: al Sacrario della Polizia di Stato, simbolo di impegno e sacrificio, alla memoria di don Giuseppe Peppe Diana, assassinato dalla camorra nel 1994, a don Antonio Coluccia, sacerdote che combatte il crimine organizzato locale con la sua "Bat mobile", a Tiziana Ronzio, presidente dell'associazione "Torpiùbella", e a Bruno Caccia, magistrato italiano ucciso dalla 'ndrangheta nel 1983, insieme a sua moglie Carla. "È sempre più cruciale maturare la consapevolezza che non sono sufficienti le leggi scritte, anche quando sono ben concepite - ha dichiarato il presidente della Fondazione Premio Giorgio Ambrosoli, Mario Carlo Ferrario - ma è indispensabile al contempo un contesto di cultura, competenze, comportamenti, meccanismi che ne assicurino la corretta applicazione. In questo senso il ruolo dei singoli cittadini, in particolare nell'esercizio delle loro professioni, diviene uno dei fattori determinanti".



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