Italia sempre più incerta del futuro per il covid, presentato il Rapporto annuale del Censis sulla situazione del Paese
Italia sempre più incerta del futuro per il covid, presentato il Rapporto annuale del Censis sulla situazione del Paese
04 dicembre 2020, ore 14:21 , agg. alle 16:50
Nella 54esima edizione dello studio, l’Italia viene descritta sempre più divisa, dove le contraddizioni aumentano e crescono le distanze tra poveri e ricchi. “Una ruota quadrata che non gira” in cui la pandemia ha aumentato le disparita e le paure
Una vera e propria fotografia dell’Italia alle prese con un anno difficilissimo e che ha portato alla luce tutte le sue contraddizioni e debolezze. Nel 54esimo Rapporto del Censis l’Italia è descritta come una ruota quadrata che non gira, che avanza a fatica tra la paura e le incertezze per il futuro, guidata da una classe politica rissosa e sempre più vulnerabile di fronte ai suoi problemi atavici. Lo studio di quest’anno ruota tutto attorno ai cambiamenti della società italiana per l’epidemia di coronavirus che ne ha minato alle fondamenta la struttura. Così il 73,4% degli italiani si dice spaventato per il futuro e il 77% dichiara di aver visto cambiare almeno una dimensione fondamentale della propria vita: la salute, il lavoro, le relazioni o il tempo libero
Paura per il covid e sanzioni
Nel giorno dell’entrata in vigore del nuovo Dpcm con le misure restrittive in vista delle prossime festività, e con le annesse polemiche, sorprende la resistenza degli italiani ai tanti limiti imposti. Per il 57,8% della popolazione è giusto rinunciare alla propria libertà personale, ma allo stesso tempo si chiede il pugno duro contro chi sbaglia o mette a repentaglio la salute pubblica. Il 77,1% vuole pene severe per chi non indossa la mascherina, il 56,5% vuole il carcere per chi non rispetta le regole della quarantena e dell’isolamento e il 31,2% che non siano curati coloro che con comportamenti irresponsabili hanno provocato la propria malattia. Nello specifico, a proposito delle festività, il 79,8 degli italiani chiede di non allentare le restrizioni o di inasprirle, anche se per il 61,6% la festa di Capodanno sarà più triste e rassegnata
Distanza tra garantiti e non garantiti e tra ricchi e poveri
Il 2020 della lotta alla pandemia ha posto in luce un’Italia i cui estremi sono sempre più lontani, in particolare nel mondo del lavoro e dal punto di vista economico. Da una parte i garantiti, quelli dell’impiego pubblico o i pensionati che meno soffrono delle incertezze sul futuro, dall’altra quella folla di 5 milioni di lavoratori in nero spariti dai radar. In mezzo l’esercito delle categorie colpite dalla crisi del covid, imprenditori, commercianti, artigiani professionisti ormai senza incassi e fatturati e spesso senza il paracadute dei ristori del governo. A questi si aggiungono i dipendenti delle piccole aziende: ben il 53,7% ha paura del futuro più prossimo. Sarà forse anche a causa delle incertezze per i prossimi mesi, ma il 2020 ha visto una decisa crescita del risparmio privato. Le famiglie italiane hanno a disposizione, secondo quanto riporta il Censis, ben 41,6 miliardi di euro in più nel loro portafoglio finanziario, per un totale di 4.400 miliardi di euro, l’1% in più rispetto al 2019 nonostante la crisi economica. In sostanza si mette fieno in cascina in attesa di tempi migliori.
Dunque, uno degli effetti che il coronavirus lascerà dietro di sé sarà proprio la marcata diseguaglianza sociale. Secondo il Rapporto annuale, “il 90,2% degli italiani è convinto che l'emergenza coronavirus e il lockdown abbiano danneggiato maggiormente le persone più vulnerabili, ampliando le disuguaglianze già esistenti". Così, se da un lato, da marzo a settembre, sono oltre 582 mila individui che vivono nelle famiglie che percepiscono il sussidio di cittadinanza, dall’altro quasi un milione e mezzo di persone ha una ricchezza che supera gli 840.000 euro. Fra questi ci sono 40 miliardari, cresciuti per numero e patrimonio. Non solo: “le persone in bilico, a rischio immediato di insicurezza economica, sono quelle che dispongono di risorse finanziarie per meno di un mese: sono il 17,1% della popolazione, il 16,9% tra gli imprenditori e i professionisti, il 14,9% tra gli occupati con un contratto a tempo indeterminato. Quote piu' elevate si riscontrano tra i disoccupati (26,0%), i residenti nel Mezzogiorno (18,3%), i soggetti meno istruiti (21,3%)"
Italiani e Web
Nel Rapporto annuale del Censis si dedica anche ampio spazio al cresciuto interesse degli italiani per la tecnologia e il web, complice il lockdown che per mesi ci ha costretti a casa. Sono ben 43 milioni gli italiani che hanno potuto mantenere i rapporti con amici e parenti grazie alle piattaforme per le videochiamate. Il 57,2% le ha usate di più rispetto al periodo precedente all’emergenza covid. A sorpresa però sono proprio gli anziani che alla lunga hanno patito meno le distanze e che hanno goduto di più dei nuovi strumenti di comunicazione. Così se dopo l’iniziale entusiasmo il 33,5 degli italiani tra i 18 e 34 anni ha ammesso di aver sofferto per l’uso delle video chat, tra gli over 65 questa percentuale scende al 17,8.