Italiane promosse e...bocciate
10 dicembre 2015, ore 09:00 , agg. alle 10:34
Juventus e Roma agli Ottavi di Finale della Champions league, ma il sorteggio è un incubo
La Juventus, in grande ripresa in campionato, ha fallito sul più bello la missione-primo posto in Champions. Paga gli errori di Morata, ma non solo. Ora, è incubo Grandi d'Europa.
Avanti anche la Roma, ma per Garcia sono solo fischi.
Giorni amari, per Juventus e Roma, in Champions League. Inutile giraci intorno o raccontare storie ai tifosi: le italiane si sono qualificate nel peggior modo possibile, agli ottavi di finale.
Storie diverse, ma finale analogo. I Campioni d’Italia si sono buttati via a Siviglia, la Roma ha strappato un pareggio decisivo, ma fischiatissimo e pieno di paura e senso di impotenza.
Non saremo certo noi a negare l’importanza del risultato ottenuto da entrambe, ma la sensazione generale è poco confortante. Oggi, Juventus e Roma appaiono ai confini dell’impero.
Una considerazione severa, ma inevitabile. Soprattutto per i bianconeri, finalisti di Champions solo sei mesi fa. Ora, invece, si può parlare al massimo di un progetto di squadra, non certo (speriamo non ancora) di un team da semifinale o oltre. Si potevano prevedere le difficoltà di questa nuova Juve, ma resta l’amarezza per l’incapacità di gestire il girone sul più bello e dopo aver fatto il grosso della fatica. Morata è il colpevole N.1, per gli incredibili errori di martedì, ma sarebbe ingiusto gettare la croce addosso solo allo spagnolo, dimenticando le scialbe prestazioni dell’intera squadra, con il Borussia Munchengladbach. Quei due, sanguinosi pareggi hanno completamente vanificato le vittorie con il City.
Ora, si dovrà pregare, in vista del sorteggio di lunedì, sperando che la Sorte aiuti a pescare lo Zenit o il Wolfsburg e soprattutto a evitare i mostri europei. Ce ne sono veramente troppi in giro.
La fischiatissima Roma di ieri, da parte sua, non è neppure un progetto di squadra. In questo momento, arranca in campo, troppo spaventata e insicura, anche per un Bate Borisov qualsiasi. Gli ottavi sono stati centrati e a febbraio potrebbe essere tutta un’altra storia, ma dovere della critica è andare oltre il semplice risultato.
I giallorossi sono passati, in buona sostanza, per la pochezza del Bate, che ci ha messo un’ora a capire che all’Oimpico si poteva vincere, e soprattutto grazie al Barcellona, che a Leverkusen ha schierato la squadra C, con l’esclusione di Messi.
Sono settimane che da queste righe invochiamo una presa di coscienza, da parte di Garcia: continuiamo a registrare, invece, un racconto ‘buonista’, di una stagione zeppa di ombre. La partita (francamente orribile) di ieri non può essere cancellata, solo perché ci si è qualificati (e vi abbiamo detto come). La ferita di Barcellona resta aperta e si vede, nell’atteggiamento, nelle paure dei giocatori.
In più, la città è completamente scollata, e non stiamo parlando solo degli ultras più arrabbiati e pericolosi, di cui possiamo tutti fare serenamente a meno, ma della grande massa dei tifosi, perplessa e fredda, se non disamorata.
Metteteci che la Società-Roma e il suo Presidente Pallotta sono riusciti nell’impresa di litigare di brutto con il Prefetto della Capitale, Gabrielli, proprio in difesa di quelle frange di tifosi più discutibili, e capirete che gli Ottavi di finale sono proprio l’unica cosa da salvare di queste ore.
Storie diverse, ma finale analogo. I Campioni d’Italia si sono buttati via a Siviglia, la Roma ha strappato un pareggio decisivo, ma fischiatissimo e pieno di paura e senso di impotenza.
Non saremo certo noi a negare l’importanza del risultato ottenuto da entrambe, ma la sensazione generale è poco confortante. Oggi, Juventus e Roma appaiono ai confini dell’impero.
Una considerazione severa, ma inevitabile. Soprattutto per i bianconeri, finalisti di Champions solo sei mesi fa. Ora, invece, si può parlare al massimo di un progetto di squadra, non certo (speriamo non ancora) di un team da semifinale o oltre. Si potevano prevedere le difficoltà di questa nuova Juve, ma resta l’amarezza per l’incapacità di gestire il girone sul più bello e dopo aver fatto il grosso della fatica. Morata è il colpevole N.1, per gli incredibili errori di martedì, ma sarebbe ingiusto gettare la croce addosso solo allo spagnolo, dimenticando le scialbe prestazioni dell’intera squadra, con il Borussia Munchengladbach. Quei due, sanguinosi pareggi hanno completamente vanificato le vittorie con il City.
Ora, si dovrà pregare, in vista del sorteggio di lunedì, sperando che la Sorte aiuti a pescare lo Zenit o il Wolfsburg e soprattutto a evitare i mostri europei. Ce ne sono veramente troppi in giro.
La fischiatissima Roma di ieri, da parte sua, non è neppure un progetto di squadra. In questo momento, arranca in campo, troppo spaventata e insicura, anche per un Bate Borisov qualsiasi. Gli ottavi sono stati centrati e a febbraio potrebbe essere tutta un’altra storia, ma dovere della critica è andare oltre il semplice risultato.
I giallorossi sono passati, in buona sostanza, per la pochezza del Bate, che ci ha messo un’ora a capire che all’Oimpico si poteva vincere, e soprattutto grazie al Barcellona, che a Leverkusen ha schierato la squadra C, con l’esclusione di Messi.
Sono settimane che da queste righe invochiamo una presa di coscienza, da parte di Garcia: continuiamo a registrare, invece, un racconto ‘buonista’, di una stagione zeppa di ombre. La partita (francamente orribile) di ieri non può essere cancellata, solo perché ci si è qualificati (e vi abbiamo detto come). La ferita di Barcellona resta aperta e si vede, nell’atteggiamento, nelle paure dei giocatori.
In più, la città è completamente scollata, e non stiamo parlando solo degli ultras più arrabbiati e pericolosi, di cui possiamo tutti fare serenamente a meno, ma della grande massa dei tifosi, perplessa e fredda, se non disamorata.
Metteteci che la Società-Roma e il suo Presidente Pallotta sono riusciti nell’impresa di litigare di brutto con il Prefetto della Capitale, Gabrielli, proprio in difesa di quelle frange di tifosi più discutibili, e capirete che gli Ottavi di finale sono proprio l’unica cosa da salvare di queste ore.
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