Jennifer, l’amore smisurato per l’Italia

Jennifer, l’amore smisurato per l’Italia

Jennifer, l’amore smisurato per l’Italia


25 ottobre 2017, ore 11:45

Il bellissimo concetto di famiglia

Cos’è la cosa che ti piace di più degli italiani? Domanda che mi fanno da quando sono arrivata in Italia 23 anni fa. Penso di poter parlare per tutti gli americani quando parliamo del paese in sè: ovunque uno si gira, in qualsiasi delle 20 regioni che si ritrova, non può che trovare la bellezza attorno. Per non parlare dell’arte, l’architettura, della moda e del cibo. L’Italia è bella. È bella tutta. Ma degli italiani, cos’è che ci piace? Anche se qui posso parlare solo per me, in questa risposta ho comunque la buona sensazione di poter rappresentare tutti i miei concittadini. Mentre degli italiani mi piace tutto, o quasi tutto, devo dire che la cosa che mi piace di più è “the family”, il modo in cui si è molto legati alla famiglia. Non c’è niente al mondo che mi emoziona di più che vedere un papà portare il proprio figlio sulle spalle di domenica, cosa che noto in questo paese in modo particolare; oppure la famiglia riunita intorno al tavolo a pranzare e chiacchierare per ore e ore; Mi piacciono le aziende “in famiglia” perchè in fondo non sempre ma spesso sono i figli o i fratelli quelli più affidabili. La telefonata giornaliera (anche due o tre volte) che non manca mai fra madre e figlia per raccontare com’è andata la riunione in ufficio, com’era vestita la sposa della migliore amica, per pettegolare sui vicini di casa o semplicemente per avvisare che è arrivata a casa tranquillamente; mi apre il cuore lquando durante un viaggio in America il mio amico mi tira dentro una famosa gioielleria di New York per poter scegliere la collana perfetta da regalare come sorpresa alla sua sorellina quando rientra in Italia solo perché le vuole un bene dell’anima; mi divertono il papà, il figlio e il genero che, con cuscino sotto braccio e sciarpa attorno al collo, si caricano in macchina tutti gasati per andare allo stadio a seguire la loro squadra del cuore (che poi tornano a casa per cenare tutti insieme); mi fa sempre tenerezza la nonna che abita sul piano di sopra che viene ben curata dai figli e nipoti, perché è lei la vera roccia di casa nonostante la sua veneranda età e gli tanti acciacchi che ormai le appartengono, non riesce comunque a stare lontana dai fornelli per poter deliziare i suoi cari a pranzo con le sue ricette di una volta.
Mentre noi in America scopriamo l’indipendenza ad una età ancora piuttosto giovane (fuori casa già a 18 anni), e quando spesso ci si trasferisce in un lontano stato per poter studiare e, eventualmente, anche sistemare con un futuro consorte dopo gli studi, e quindi si può sentirsi legati alla famiglia solo virtualmente tramite mail o FaceTime, tanti italiani rimangono famiglia dipendente per tutta la vita. Che forse è una cosa stupenda.