Julian Assange è libero: ha lasciato il carcere di massima sicurezza in Gran Bretagna
25 giugno 2024, ore 10:36
Il patteggiamento si è concluso la notte scorsa, il fondatore di Wikileaks è già in viaggio verso gli States
Julian Assange, il fondatore di Wikileaks, è libero. La notizia è arrivata nella notte, dopo che l’ideatore della piattaforma dei segreti americani e non solo ha accettato di firmare un accordo con la giustizia statunitense, davanti alla quale si è dichiarato colpevole. Ha già lasciato il carcere di massima sicurezza vicino Londra, dove è rimasto per 5 anni. Lo ha annunciato il sito Wikileaks.
CHI E’ ASSANGE
La vicenda si apre nel 2009 quando Assange, sul suo portale Wikileaks, sito di rivelazioni di varia provenienza, pubblica il suo colpo più grosso: i leaks (rivelazioni) di Bradley Manning (oggi è una donna, si chiama Chealsy), ex soldato americano, che aveva trafugato decine di migliaia di documenti riservati, mentre svolgeva il suo incarico di analista di Intelligence durante le operazioni militari in Iraq. Le informazioni fornite da Menning sono note come Cablegate. Wikileaks rilasciò oltre 250mila documenti diplomatici datati tra il dicembre del 1966 e il febbraio del 2010. Assange diventò per il governo americano una pericolosa spia, e per non finire in carcere chiese asilo in Ecuador, dove fu accusato di stupro. Poi, accusato dagli Stati Uniti di collaborazionismo con la Russia e della pubblicazione delle mail di Hillary Clinton inviate dal suo server privato (113 messaggi contenenti informazioni riservate), che hanno contribuito, almeno in parte, alla sconfitta della candidata Repubblicana nelle elezioni presidenziali del 2016 e al conseguente trionfo di Trump.
IL PATTEGGIAMENTO
Il 17 giugno 2021 arrivò l’ok dalla Gran Bretagna per l’estradizione di Assange negli Stati Uniti. Nella notte di ieri, 24 giugno, si è concluso il patteggiamento con la giustizia americana con una pena che corrisponde ai 62 mesi che il fondatore di Wikileaks ha già scontato nel carcere di Londra. È già in volo verso gli Stati Uniti, poi, probabilmente si dirigerà in Australia, suo paese di origine. Il New York Times scrive proprio in queste ore che la condanna patteggiata è un’ammissione di colpevolezza da parte di Assange e una scesa a patti da parte degli Stati Uniti con quella che era stata identificata come la più grande e pericolosa spia del secolo. E definisce la vicenda la più straordinaria saga legale di tutti i tempi.